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Francesco Provenzano

 
Ha conseguito il titolo di Dottore in Design presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
 I suoi “Chili book” e “Totem” hanno ottenuto la pubblicazione in Welcome to design di Viviana Trapani. La rivisitazione della sedia di Bivona, chiamata “Plot”, è stata presentata a Para Uma Bienal a Viana Do Castelo in Portogallo.
 A Palermo è stato assistente universitario nelle cattedre di Modelli per il design, Laboratorio di Comunicazione visiva e Laboratorio di Disegno industriale.
Attualmente studia Ecodesign nel corso di Laurea Magistrale del Politecnico di Torino, dove è collaboratore del corso di Laboratorio di materiali e modelli II condotto dal prof. Ferdi Giardini e sta completando il percorso di studi con una tesi nell’ambito dell’Interaction Design.
   
Globe
Poltrona
Il progetto nasce dalla necessità di realizzare un elemento d’arredo che induca al relax e che sia completamente ecologico, fattore che oggi stimola la sensibilità di una parte sempre più estesa della società. Dopo vari studi di mercato, di forme e materiali arriva “Globe” poltrona dalle grandi dimensioni ma dal peso ridotto, interamente ecologica grazie all’utilizzo di faggio, lattice e lino. Concetto fondamentale è stato quello di pensare a un complemento d’arredo evitando di inserire in esso vernici, colle e materiali tossici per la salute dell’uomo. Si è pensato dunque di utilizzare come sostituto alle vernici, la cera, sia per proteggere il legno da attacchi esterni, sia per ottenere una particolare sensazione al contatto con il materiale. La struttura del pouf è formata da otto piedi immessi a un cilindro centrale con degli incastri a coda di rondine; i piedi hanno dimensioni variabili che vanno dai 40 agli 80 cm di altezza, 3 cm di spessore e 35 cm di larghezza media. Il cilindro centrale ha un diametro 20 cm e un’altezza di 15 cm. I piedi presentano poi dei fori nei quali vengono inseriti tre anelli anch’essi in legno di faggio. Il cuscino in lattice permette un facile adattamento alla struttura lignea della sedia.
Xenìa
Cassettiera
L’idea è nata dall’esigenza di disegnare l’arredamento per una residenza universitaria. Si è pensato a un mobile fruibile non solo dagli ospiti di una residenza universitaria, ma più in generale da uno studente “fuori sede”, probabilmente soggetto a frequenti traslochi.
Era necessario un arredo semplice, funzionale e caratterizzato nel senso della dinamicità. Ma, nello stesso tempo, gli si richiedeva il carattere della stabilità, che si è individuato quale aspirazione temporanea dello studente “fuori sede”.
La prevedibile frequenza dei traslochi ha evidenziato l’opportunità di un arredo leggero, facilmente smontabile e velocemente ricomponibile, non sottoposto all’usura di viti, chiodi o colle, tendenzialmente bidimensionale. La ricerca della stabilità non poteva, quindi, approdare alla staticità. L’idea progettuale ha, infine, preso forma in una soluzione semplice ed estremamente funzionale: il cavalletto.
Si è progettato un sistema modulare che è stato applicato alla cassettiera “Xenìa” e agli altri elementi d’arredo previsti per la camera di uno studente: una scrivania, una seduta, una scaffalatura, un letto, un armadio.
Struttura e caratteristica della linea, il cavalletto è realizzato a incastro: l’elemento più sottile passa attraverso l’altro senza l’ausilio di viti o colle.
 

 



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