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Design For 2015, aziende, Gufram

 
 
 
 
Gufram
Via XXV Aprile 22
12060 Barolo (Cn)
 
 
Gufram è un’azienda che ha dato un grande contributo alla creatività del design italiano. Con le sue sperimentazioni legate alla ricerca estetica, tecnologica e di materiale, ha realizzato sedute e mobili che sono diventati parte integrante della storia del design internazionale e custoditi oggi nei più importanti musei del mondo, tra cui: MOMA, MET, SMITHSONIAN COOPER-HEWITT, DAM, Centre Pompidou, Triennale Design Museum, Fondazione Plart, Musée des Beux Arts, Vitra Design Museum, MK&G, Pinakothek der Moderne, POWERHOUSE, MUDE, DESTE Foundation, Fondation BEYELER, DONGDAEMUN DESIGN PLAZA. 
Gufram nasce nel 1966, nei pressi di una Torino che si scopriva grazie dell’Arte Povera un nuovo polo di cultura internazionale. La produzione di Gufram si distingue da subito per il suo catalogo di arredamento che strizza l’occhio alla Pop Art, si avvicina al Surrealismo di Magritte, si confronta con gli enunciati Dada e alle correnti concettuali del Secondo dopoguerra e genera un linguaggio diverso da quelli abituali. Un incontro riuscito tra arte e design. E questo non a caso, perché tra i primi animatori della produzione si registrano gli interventi di giovani artisti e architetti che hanno vissuto in prima persona i cambiamenti culturali e di costume esplosi alla fine degli anni ’60. 
 
Gufram is a company that has greatly contributed to the creativity in Italian design. With its experimentations linked to aesthetic, technological and materials research, has produced seats and furnishings that have become an integral part of the story of international design and are guarded today in the most important museums all over the world, among which: MOMA, MET, SMITHSONIAN COOPER-HEWITT, DAM, Centre Pompidou, Triennale Design Museum, Fondazione Plart, Musée des Beux Arts, Vitra Design Museum, MK&G, Pinakothek der Moderne, POWERHOUSE, MUDE, DESTE Foundation, Fondation BEYELER, DONGDAEMUN DESIGN PLAZA. 
Gufram is born in 1966, in a Torino that was being unveiled thanks to the Arte Povera, a new international culture pole. Gufram’s production is usually characterized by its furnishing catalogue that gives a wink to Pop Art, approaches Magritte’s Surrealism, confronts Dada statements and the conceptual currents of the Second postwar period and generates a language different from the usual. A meeting between art and design. This is not random, because among the first collaborators were young artists and architects that had experienced first-hand the profound and sudden cultural and habits changes of the end of the 60s. 
 
 
Un contributo fondamentale è quello di Piero Gilardi, divenuto poi artista di fama internazionale, che in Gufram inventa il Guflac; una tecnica ancora oggi utilizzata ed unica nel suo genere che permette di rivestire forme complesse di poliuretano con una pelle elastica resistente all’usura e all’acqua. Sotto la guida dell’allora direttore artistico l’architetto Giuseppe Raimondi vengono poi coinvolti altri giovani progettisti come Guido Drocco, Franco Mello, Pietro Derossi, Giorgio Ceretti, Riccardo Rosso, Gianni Pettena e il collettivo Studio 65 guidato da Franco Audrito che tracciano un segno indelebile nella cultura del design contemporaneo con capolavori che oggi sono custoditi nei più importanti musei del mondo. Nel 1972 arriva infatti la consacrazione internazionale con l’epica mostra “Italy: the new domestic landscape”, curata ed allestita da Emilio Ambasz al Museum of Modern Art di New York. 
Tra i prodotti selezionati per l’esposizione spiccano quelli di Gufram (il Pratone è in copertina del catalogo) che diventano da allora un capitolo fondamentale della storia dell’arredamento. Prodotti che hanno una forza comunicativa prorompente tale da diventare icone rappresentative di quel periodo, esibite oggi in allestimenti museali a fianco di opere di Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Richard Hamilton e altri artisti che hanno rivoluzionato il linguaggio visivo del XX secolo. 
Gufram sin dalla sua nascita ed insieme ad altre aziende coeve altrettanto sperimentali ha segnato nel settore dell’arredo un cambio di passo epocale mettendo in discussione la funzione e la percezione della consistenza, temi irrinunciabili nel mobile che in Gufram diventano campi di indagine dove il senso stesso delle parole come seduta, sedia, divano, poltrona vengono messe in dubbio, masticate, tritate e risputate fuori in una nuova folgorante versione digerita da uno stomaco famelico, un cuore appassionato e un intelletto pungente. Ogni prodotto di Gufram preserva infatti la sua funzionalità ma forte di un potere evocativo costruisce sottotraccia una nuova narrazione irriverente ed ironica legata spesso alla natura, basta pensare all’attaccapanni Cactus di Drocco e Mello o al sistema di sedute Sassi di Gilardi, piuttosto che alla cultura classica ed il caso del morbido sistema salotto composto dalle sedute Capitello e Attica, e dal tavolino Attica disegnato da Studio 65. Si tratta quindi di corto circuiti visivi e tattili che esprimono la famigliarità propria della cultura popolare che declinati in mobili ne esaltano il concetto diventando dei riferimenti formali e stilistici unici ed originali, inimitabili. Così ad esempio nasce la Bocca firmata da Studio 65: sensuali e carnose labbra rosse che in Gufram diventano un divano glamour ed irresistibile. Non esiste persona che abbia resistito al suo fascino. 
Ne consegue quindi che i mobili di Gufram si posizionano all’interno della casa come dei veri e propri landmark territoriali del paesaggio domestico. Oggetti di una potenza pulsante ed affascinante capaci sia di rendere elettrizzante un luogo completamente vuoto ed anonimo che di esaltare la stratificazione stilistica di una stanza dal gusto sofisticato. Questo risultato è certamente dato dal loro valore artistico indiscusso, dalla loro storicizzazione ormai metabolizzata della cultura visiva e dalla loro riproducibilità tecnica ad opera delle maestranze artigianali dell’azienda. Quest’ultimo fattore, in Gufram, è un valore fondamentale in quanto i designer che progettano sanno che lavorare e confrontarsi con un marchio simile, per creare una nuova icona del catalogo, è un’avventura più vicina al cuore dell’artigiano che alla mente dell’industria. 
 
A fundamental contribution was that of Piero Gilardi, later turned internationally renowned artist, who in Gufram creates the Guflac; a unique technique still used today that allows for covering polyurethane complex shapes with a flexible skin, water and wear resistant. Under the guidance of now artistic director, architect Giuseppe Raimondi, other young designers were gradually involved, names like Guido Drocco, Franco Mello, Pietro Derossi, Giorgio Ceretti, Riccardo Rosso, Gianni Pettena and collective Studio 65 guided by Franco Audrito, who left an inerasable footprint in the culture of contemporary design with masterpieces that are now guarded by the world’s most important museums. The international consecration arrived in 1972 with the epic exhibition “Italy: the new domestic landscape”, curated by Emilio Ambasz’s set designer at MOMA New York. 
Among the products selected for the exhibition, Gufram’s stand out (the Pratone is on the cover of the catalogue) and become, since that moment, a fundamental chapter in the history of furnishing. Products with such irrepressible communicative power  that became representative icons of that period, exhibited today alongside works by Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Richard Hamilton and other artist that have revolutionized the visual language of the 20th century. 
Gufram, since its conception and together with other equally experimental companies of that period, has marked the change of the eras in the furnishing sector, questioning function and the perception of solidity, terms inbred in furniture design that in Gufram became research fields where the very meaning of the words like seat, sofa, armchair are questioned, chewed, ground and spit out in a new dazzling version digested by a starving stomach, a passionate heart and a sharp intellect. Each Gufram product preserves in fact its functionality but its strong evocative power builds in the background a new irreverent and ironic narrative usually linked to nature; just think about the Cactus hanger by Drocco and Mello, or the seating system Sassi by Gilardi, or the classic culture of the soft living-room system composed by the chairs Capitello and Attica and the coffee table Attica designed by Studio 65. That’s how, for example, Studio 65’s Bocca is born: sensual and fleshy red lips that in Gufram become an irresistibly glamourous sofa. No one can resist its charm.   
It follows that Gufram products are placed inside the house as actual territorial landmarks of the domestic landscape. Objects of such pulsating and fascinating power that are able to electrify a completely empty and anonymous space or celebrate the stylistic layers in a room of sophisticated taste. This result is certainly thanks to their undeniable artistic value, to their history now metabolized into visual culture and their technical reproducibility by the company’s craftsmen. This last factor, in Gufram, is a fundamental value in the sense that designers know that working with such a brand, in order to create a new icon of the catalogue, is an endeavor closer to the craftsman’s heart than to the industrial mind. 
 
 
Per descrivere bene il processo di pensiero che sta alla base del progetto Gufram, possiamo trovare forti similitudini con l’arte sopraffina del funambolismo. Per raggiungere sospesi nel vuoto due punti estremi, bisogna calcolare mille variabili, il vento è accomunabile agli imprevisti tecnici della produzione, a volte cambia direzione all’improvviso; solo la natura umana ha la prontezza di affrontarla. La tensione calibrata del cavo è la stessa tensione narrativa del prodotto finito, se troppo forte o troppo debole può compromettere il risultato finale e per superare questa difficoltà, non basta la matematica ma ci vuole anche l’adattabilità dettata dall’esperienza. La camminata su quella linea sottile che ti sostiene, è pari alla demarcazione che esiste tra arte e design, un passo dopo l’altro, nel punto giusto, ti porta dall’altra parte ed evita la caduta. La magia poi vien data dal far sembrare una procedura complessa, un gioco da ragazzi. Questa è sicuramente poesia assoluta, ma dietro si cela un livello di tecnica e di esercizio incalcolabili. 
Dal 2012 la famiglia Vezza è diventata proprietaria del marchio ed ha accettato la sfida di confrontarsi con un’eredità culturale e progettuale prestigiosa. Sandra Lesina Vezza e Charley Vezza hanno messo insieme una nuova squadra che comprende Axel Iberti alla direzione prodotto. L’obiettivo era quello di impostare un nuovo percorso teso a valorizzare la storia incredibile di un marchio con un potenziale enorme ancora da esprimere. La strategia adottata, ha portato subito dei risultati; nel giro di un paio di anni si sono avviati nuovi progetti e collaborazioni, tutti in linea con l’idea di continuare a fare arredamento tra arte e design.
Nell’anno di acquisto del marchio, si è festeggiato il 40° anniversario del Cactus di Drocco e Mello con una nuova versione del mitico attaccapanni. Nel 2013 Fabio Novembre ha codificato lo scranno da pirata con la seduta Jolly Roger; Denis Santachiara in un omaggio al futurismo, ha disegnato Bellaforza!, un tavolo che scappa; Donegani e Lauda hanno esaltato la cultura agricola con Novecento, un tavolo che porta frutti da condividere al convivio; l’artista Valerio Berutti, con la sua cifra stilistica, ha realizzato su un morbido divano una panca d’antan in tromp d’oeil. 
Nel 2014 l’arte è stata ancora il punto di partenza con Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari che tramite il loro progetto Toiletpaper, hanno dato vita ad una collezione di arredi dall’humor surreale, The End lo sgabello che ricorda un lapide, Soap il poggiapiedi che replica una saponetta morsicata fuori scala e GOD un nuovo idolo pagano. 
Nel solco dei capolavori di Gufram, dove la natura viene riprogettata e riprodotta artificialmente, Marcel Wanders crea i pouff Hortensia e Magnolia, morbidi bouquet fioriti e Alessandro Mendini disegna un avvolgente pensatoio in vero finto marmo. Karim Rashid esplora la potenzialità del materiale espanso e realizza quindi Bounce, una sedia cantilever imbottita senza pad ma con morbidi elementi strutturali. Studio Job progetta il primo mobile contenitore di Gufram: Globe, il cabinet dei viaggiatori dove il mondo diventa il cuore soffice del progetto. Ross Lovegrove trasforma il cemento in materiale soffice sul quale sprofondare in un sistema di sedute. Sempre nel 2014 si concretizza il desiderio di riproporre i capolavori degli archivi storici del marchio Gufram che sono usciti di produzione, come nel caso di Detecma, la prima seduta nella storia del design progettata con l’ausilio del computer da parte del Prof. Tullio Regge.
 
In order to correctly describe the thinking process that lies at the foundation of the Gufram project, we can find strong similarities with the superfine art of tightrope walking. To go from A to B while hanging over an abyss, you need to consider thousands of variables, the wind can be compared to unforeseen technical problems in production, sometimes suddenly changing direction; only human nature has the aptitude to confront it. The calibrated tension of the cable is the same tension as the narrative of the finished product, whether too strong or too weak it can affect the final result and, in order to overcome this difficulty, sheer mathematics are not enough, but rather adaptability given by experience is needed. 
The walk on the thin line is like the one between art and design, only one step after the other, on the right spot, takes you to the other side and prevents the fall.  The magic then lies in making a complex procedure look like children’s play. This is certainly absolute poetry, but behind it hides an unmeasurable level of technique and practice.  
Since 2012 the Vezza family has become the owner of the brand and has taken on the challenge of facing a prestigious cultural and design heritage. Sandra Lesina Vezza e Charley Vezza have put together a new team that includes Axel Iberti in product direction. The goal is to establish a new path and honor the incredible history of a brand with an enormous potential still to express. The adopted strategy had immediate results; within a couple of years new projects and collaborations were launched, all in line with the idea of continuing to make furnishing at the border between art and design.  
The same year the brand was bought, the 40th anniversary of Cactus by Drocco e Mello was celebrated with a new version of the hanger. In 2013 Fabio Novembre revisited the pirates’ skull with the Jolly Roger seat ; Denis Santachiara, paying homage to futurism, designed Bellaforza!, an escaping table;  Donegani and Lauda celebrated agricultural culture with Novecento, a table that carries the fruit for the banquet; artist Valerio Berutti, created a soft sofa using the stylized shape of an antique park bench, Trompe d’oeil. In 2014, art was again the starting point with Maurizio Cattelan and Pierpaolo Ferrari, who through their project Toiletpaper, gave birth to a collection of home accessories with a surreal sense of humor; The End, the stool that recalls a tombstone;  Soap, the footrest that replicates an oversized bitten soap bar and GOD, a new pagan idol.  
In the line of Gufram’s masterpieces, where nature is revisited and artificially replicated, Marcel Wanders creates puffs Hortensia and Magnolia, soft flowered bouquets, and Alessandro Mendini designs an enfolding think tank in real fake marble. Karim Rashid explores the potential of expanded materials and produces Bounce, a padded cantilevered chair without the actual pads but with soft structural elements. Studio Job designs Gufram’s first container furniture: Globe, a cabinet for travelers where the world becomes the soft heart of the project. Ross Lovegrove turns concrete into a soft material with a collapsible seat system. Also in 2014, the desire of revisiting the masterpieces of Gufram’s historical archives that had stopped being produced, like Detecma, the first seat in the history of design to ever been designed with CAD by Prof. Tullio Regge, is finally fulfilled. 
 
 
Quando si chiede a Gufram di fare un confronto tra i designer emergenti e le generazioni passate e quanto ritengono importante la presenza di giovani leve in azienda, Axel Iberti, direttore prodotto di Gufram, risponde così:
 
“Il confronto con un’eredità storica così importante non è una sfida facile da affrontare per un designer.
Sicuramente un designer affermato ha una maturità lavorativa che gli permette di riuscire a immaginare con più immediatezza un prodotto affine alla collezione Gufram. I giovani designer sono tuttavia il nostro futuro ed è per questo che facciamo scouting di talenti dal 2012, momento in cui Gufram è ripartita con la nuova proprietà della famiglia Vezza. Tutte le copie di Design For sono sulla mia scrivania con appunti e memo, in quanto seguo il percorso lavorativo di chi credo domani avrà molto da dire, magari proprio in Gufram. Ritengo molto interessante per un giovane designer far conoscere i propri progetti attraverso svariate iniziative, partecipando ad eventi di settore o pubblicando il profilo corredato dalle foto dei progetti sulle piattaforme on line. Credo che Promotedesign.it sia stato in grado di racchiudere in un unico progetto svariate opportunità di visibilità per le giovani leve del design.
Non vediamo infatti l’ora di far crescere nuove leve di progettisti italiani, perché Gufram è nata così grazie a giovani e sconosciuti artisti e progettisti che poi hanno creato capolavori indiscussi del design a cui sono seguite carriere professionali brillanti. 
Leggo però nelle nuove proposte una distanza abissale tra progetto e prodotto, non trovo insomma quella capacità di tradurre ed esprimere in un disegno, in un progetto, la consapevolezza di tutti gli aspetti tecnici e costruttivi che non possono essere ignorati da un designer. Il mio invito è quindi quello di sporcarsi di più le mani, forse dedicare più tempo alle maestranze artigiane e manifatturiere, dai tessuti ai tornitori, costruendosi allo stesso tempo una cultura profonda dei materiali. Il computer è uno strumento stupendo e utile, ma le scelte, di fronte alle necessità tecniche e di produzione, si prendono sempre in concerto tra persone”.
 
When asked to compare newcoming designers and past generations and how important Gufram believes the presence of young designers in a company is, Axel Iberti, Head of Product of Gufram, replies like this:
 
“Facing such an important historical heritage is not an easy challenge for a designer. 
A stablished designer is more likely to have a working maturity that allows him to immediately imagine a product akin to the Gufram collection. Young designers are still our future and that’s why we do talent scouting since 2012, moment in which Gufram was relaunched under the ownership of the Vezza family. All the copies of Design For are on my desk with notes and reminders, for I follow the activity of those I believe will have a lot to say tomorrow, even maybe in Gufram itself. I believe it to be of interest for a young designer to make their work noticed through varied initiatives, participating in events of the sector or publishing their profile with images of their projects on online platforms. I believe Promotedesign.it has been able to group, in one single project, several visibility opportunities for the younger levers of designers.  We can’t in fact wait to help the new levers of Italian designers grow, because Gufram was born that way thanks to young and unknown artists and designers that have afterwards created undeniable masterpieces of design and developed brilliant professional careers. 
I perceive, however, in the new proposals, an abyssal distance between design and product, I can’t find that ability of translating and expressing in a design, in a project, the awareness of all the technical and constructive aspects that can’t be overlooked by a designer. My invitation is, therefore, to get the hands a little dirty, maybe dedicate more time to craftsmanship and manufacturing skills, from textile to turners, deepening our knowledge of the materials. The computer is a fantastic and useful tool, but the choices regarding technical and production needs are always made in consensus between people”. 
 
 
 

 

 



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