Makio Hasuike
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Makio Hasuike
Product Designer
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Makio Hasuike nasce a Tokyo il 20 gennaio 1938. Laureatosi in Disegno Industriale alla Tokyo University of the Arts nel 1962, comincia la sua esperienza professionale in Giappone. Lavora per un anno come designer presso la Seiko, realizzando i progetti di una serie di orologi e contaminuti per i Giochi Olimpici di Tokyo del 1964. Dal 1963 è in Italia dove prosegue la sua attività in differenti settori del design. Nel 1968 fonda il suo studio a Milano, uno fra i primi studi di Industrial Design in Italia. Nel 1982 intraprende un progetto sperimentale ideando e mettendo sul mercato una serie di prodotti innovativi, nello specifico nuove tipologie di cartelle da lavoro: nasce così MH Way. L’attività di progettazione a 360° lo mette direttamente a confronto con gli aspetti legati alla produzione e alla distribuzione. L’azienda, attiva ancora oggi, è uno dei rari esempi di “design company” di successo. In oltre quarant’anni di attività ha sviluppato numerosi progetti e collaborazioni con svariate aziende italiane e internazionali di settori eterogenei, contribuendo al loro successo attraver- so la creazione di soluzioni di design dall’estetica e dal contenuto innovativi. Il campo di progettazione di Makio Hasuike & Co. è molto vasto: dagli strumenti tecnologici e di precisione agli accessori e strumenti per il lavoro e il tempo libero, dai piccoli e grandi elettrodomestici all’arredo e oggettistica, dalla brand identity al packaging fino agli allestimenti. I suoi progetti hanno ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti quali: “Compasso d’oro”, “Macef”, “Triennale”, “Smau”, “Bio” (Lubiana), “Design plus” (Francoforte), “Design Preis” (Stoccarda), “Design Innovation” (Essen), e continuano ad essere oggetto di mostre ed esposizioni permanenti in svariati musei del mondo fra i quali il Museo di Arte Moderna (MoMA) di New York.
Spesso è stato Invitato come relatore a numerose conferenze e convegni internazionali e ha insegnato presso la Facoltà di Disegno Industriale di Milano. È inoltre membro del Comitato Fondatore del Master di Design Strategico del Politecnico di Milano.
Makio Hasuike was born in Tokyo on the 20th of January 1938. He graduated in Industrial Design from Tokyo University of the Arts in 1962 and started his professional experience in Japan. He worked for one year as a designer for Seiko, producing the projects of a series of watches and timers for the Tokyo Olympic Games in 1964. From 1963 on, in Italy, he pursued the activity in different areas of design. In 1968 he founded his own studio in Milan, one of the first Industrial Design studios in Italy. In 1982 he took on an experimental project creating and putting on the market a series of innovative products, specifically a new kind of briefcase: that’s how MH Way was born. The 360° design activity directly confronted him with aspects related to the production and distribution. The company, still active today, is one of those rare examples of a successful “design company”. In more than forty years of activity it has developed several projects and collaborations with various Italian and international companies from heterogeneous sectors, contributing to their success through the creation of design solutions, innovative both in terms of aesthetics and content. The design range of Makio Hasuike & Co. is very wide: from technological and precision tools to working and leisuretime tools, from small and large home appliances to furniture and objects, from brand identity to packaging to exhibit design. His designs have received prestigious awards and acknowledgements, such as: “Compasso d’oro”, “Macef”, “Triennale”, “Smau”, “Bio” (Ljiubljana), “Design Plus” (Frankfurt), “Design Preis” (Stuttgart), “Design Innovation” (Essen), and continue to be exhibited at shows and permanent exhibitions in various museums all over the world, among which New York’s Museum of Modern Art (MoMA).
He’s been repeatedly invited as spokesman in numerous conferences and international conventions and has taught at the Facoltà di Disegno Industriale di Milano (Milan’s College of Industrial Design). He is also member of the Founding Committee of the Master of Strategic Design of the Politecnico di Milano.
Interview
Quali sono secondo lei le principali differenze tra il design di ieri (all’inizio delle sua carriera) e il design di oggi?
Quando ho iniziato la mia carriera nel mondo del design era molto diffuso l’approccio così detto del “modernismo – razionalismo”. Gli oggetti progettati dovevano essere utili e comodi oltre che belli e in armonia con l’ambiente e l’architettura considerati moderni. Questo approccio progettuale era diffuso non solo tra i progettisti ma formava e condizionava l’immaginario comune delle persone. In tal senso quindi credo che allora fosse più facile ottenere consensi da parte dei clienti e del pubblico per i prodotti disegnati dai designers rispetto ad oggi. Oggi lo spazio dedicato alla ricerca dei valori progettuali si è molto più ampliato e i riferimenti legati all’immaginario comune sono diventati plurali e complessi.
What do you think are the main differences between Design in the past (at the beginning of your career) and the today’s Design?
When I started my career in the design industry, the approach of the so-called “modernism-rationalism” was widespread. The designed objects had to be useful and comfortable besides beautiful and harmonious with the modern environment and architecture. This design approach pervaded not only among designers but also shaped and conditioned people’s common imaginary. In that sense, therefore, I believe that at that time it was easier to achieve a consent form the client and the public regarding the designed products in comparison to nowadays. Today the research of the designing project values have become bigger and bigger due to the links to the common immaginary which have become multiples and complex.
Quali sono secondo lei le differenze nell’approccio alla progettazione oggi e all’inizio della sua carriera; eventuali analogie, evoluzioni?
Seppur condizionato dall’evoluzione tecnologica e sociale sostanzialmente non vedo un cambiamento di approccio alla progettazione oggi rispetto agli esordi della mia attività. In particolare non ho mai voluto specializzarmi in un settore e quindi la mia attività è sempre rimasta rivolta a settori produttivi e prodotti di merceologia differenti. Termini quali “emozionalità” e “attenzione ai materiali” oggi molto utilizzati hanno sempre fatto parte del mio approccio, forse l’evoluzione più evidente c’è stata per l’attenzione all’ambiente.
What do you think are the differences between the approach to Design today and at the beginning of your career; any similarities, evolutions?
Although I have been influenced by the technological and social evolution, basically I do not see any change in today’s design approach compared with the one at the beginning of my activity. Particularly, I have never wanted to specialize in one sector and, therefore, my activity has always stayed oriented to various productive sectors and to different categories of products. Terms like “emotionality” and “attention to the materials”, widely used today, have always been part of my approach. I could say that maybe the most evident evolution in my design approach is visible in the attention towards the environmental issues.
Qual è stata la sua prima idea messa in produzione? Ci sono ricordi, aneddoti e sensazioni che vuole raccontarci?
Più che ricordare il primo prodotto da me progettato e messo in produzione da un’azienda ricordo con emozione grande il primo prodotto messo in produzione per MH WAY. MH WAY è una storia speciale. Con MH WAY nasce per me una nuova attività e una nuova sfida perché rappresenta l’idea di chiusura del cerchio facendomi vestire il ruolo di designer e di imprenditore allo stesso tempo. Il primo prodotto realizzato entra in produzione nel 1982. È una cartellina ricavata da una lastra di cartone plastificato fustellato con chiusure e maniglia in plastica. Un investimento contenuto grazie al materiale povero e alla lavorazione semplice. Fu un grande successo, inaspettato nella reazione che suscitò visto che alla prima fiera dove esponemmo arrivarono richieste di acquisto non solo dall’Italia ma da tanti paesi, alcuni lontanissimi. Ricordo con emozione questa esperienza mai avuta prima di allora e devo dire che l’intraprendere questa nuova strada provocò in me il grosso dubbio che tale iniziativa potesse incidere sulla credibilità del mio lavoro in veste di designer consulente agli occhi dei miei clienti. Devo dire che non ci fu in realtà alcun condizionamento in tal senso.
What was your first idea put into production? Do you have any memory, anecdote and feeling you want to tell us?
More than the first product designed and put into production by a company I remember with great emotion the first project that was put into production for MH WAY. MH WAY is a special story. With MH WAY a new challenge and a new activity were born, making me play the role of designer and entrepreneur at the same time. The first product went into production in 1982. It was a briefcase made from a sheet of plastified cardboard with plastic clasps and handle. A low investment thanks to the use of a low cost material and a simple manufacture. It was a big success that elicited an unexpected reaction, since at the first fair where we showed it, we received purchase requests non only from Italy but from many other countries, some of them remote. I remember with excitement the feeling, never experienced until then. Before that moment I have to say that the great thrill of taking a new alternative road, provoked in me the heavy doubt that such an initiative could influence the credibility of my work, as a consultant designer, in the eyes of my clients. I must say that this did not happen.
Qual è stato il primo contatto con un’azienda importante? Ci sono ricordi, aneddoti e sensazioni che vuole raccontarci?
Cito il mio cliente storico nonché attuale Indesit Company. Allora si chiamava Ariston, poi Merloni Elettrodomestici. Il primo incontro con il dott. Vittorio Merloni risale all’autunno 1967 nella hall di un grande albergo milanese; dopo alcune domande a me rivolte sulla mia esperienza ricevetti l’invito a visitare la sua azienda nelle Marche, a Fabriano. Ricordo che mi consigliò di prendere un volo da Milano ad Ancona. L’aereo era piccolo, ad eliche e fece scalo a Bologna. L’autista che mi aspettò all’aeroporto dopo un’ora di strada tutta curve mi portò a una fabbrica di cucine a gas. Erano le otto di sera, mi aspettavano oltre a Vittorio Merloni suo fratello maggiore Francesco, il direttore tecnico e il direttore di stabilimento capo della progettazione. Ricordo che l’ufficio all’interno dello stabilimento dove ci incontrammo era spoglio e severo ma la sensazione al contrario era di noi tutti fortemente rivolta al desiderio di voler intraprendere insieme con passione un nuovo lavoro. A pensarci ora mi sembra incredibile che ancora oggi la collaborazione continui.
What was your first contact with an important company? Do you have any memory, anecdote and feeling you want to tell us?
I wish to mention my first and current client, Indesit Company. At that time it was called Ariston, afterwards Merloni Elletrodomestici. The first meeting with Vittorio Merloni, Phd. was held in the Autumn of 1967 in the hall of a big hotel in Milan; after some questions about my experience I received the invitation to visit the company in Fabriano, Marche region. I remember he advised me to take a flight from Milano to Ancona. The plane was small, with propellers, and made a stop in Bologna. The driver who picked me up at the airport drove me through a curvy road lasted one hour journey to reach the gas kitchen factory. It was eight at night and, Vittorio Merloni, his eldest brother Francesco, the technical director and the plant manager head of design were waiting for me. I remember that the office inside the factory, where we met, was bare and stern but everybody’s feeling was focused on the desire of taking on a new job with passion. Today I find myself amazed thinking of this collaboration which lasted so long and in continuity until today.
Chi sono stati i personaggi fondamentali nella sua carriera?
Dando uno sguardo generale alla mia attività di ieri e di oggi mi rendo conto che riuscire a lavorare in continuazione per tanti anni sia una grande fortuna nel mondo del design. Non è solo difficile iniziare questa attività ma lo è anche riuscire a continuarla, a renderla attiva costantemente. È un impegno che richiede tantissime condizioni positive a sostegno. Tra tutte queste condizioni il rapporto con le persone è sicuramente il più importante. Quindi, senza fare i nomi, ringrazio tantissimo tutte le persone che in un modo o nell’altro mi hanno sostenuto.
Who have been the key characters in your career?
Giving my activity a general glance, from yesterday to today, I realize that managing to work non-stop for so many years is a great fortune in the world of design. It is difficult not only to start an activity but also to keep going, to make it constantly active. It’s a commitment that requires a great amount of supporting positive conditions, among them, the contact with people is surely the most important. So, without telling names, I wish to thank all the people who have supported me.
In riferimento all’approccio e allo stile progettuale, quali sono secondo lei le differenze tra un designer italiano e uno straniero?
Ormai dopo tantissimi anni in Italia non posso fare una valutazione della differenza oggi tra un designer italiano e uno straniero. Quello che ricordo della mia impressione avuta all’inizio della mia esperienza in Italia non è tanto in merito alla differenza tra i designers ma alla differente attitudine degli imprenditori italiani. Intuitivi, mentalmente indipendenti e anche spinti dalla passione. Pensai che questo rappresentasse un terreno molto fertile per i designers. È questo che mi ha fatto rimanere in Italia.
With regards to the approach and style of design, what do you think are the differences between Italian and foreigner designers?
After so many years spent in Italy I am unable to tell the difference between an Italian and a foreigner designer. What I remember from the first impression I had at the beginning of my experience in Italy, is not so much related to the difference among the designers, but to the different attitudes of the Italian entrepreneurs. Intuitive, independent and also driven by passion. I thought that it represented a very fertile ground so, driven by this, I decided to settle in Italy.
Quale dovrà essere il modo corretto di progettare rivolgendo uno sguardo al futuro?
L’attenzione all’ambiente è oggi parte integrante del modo corretto di progettare con uno sguardo al futuro in particolare nell’utilizzo intelligente della nuova tecnologia così come nella scoperta e nella rivalutazione dell’uso dei materiali. Questo senza dimenticare i valori già acquisiti in passato come la sapienza, la capacità di saper produrre varietà e saper creare uno spessore emotivo legato alla percezione dei sensi. Oltre a ciò per progettare il futuro reputo rilevante per tutti noi progettisti la capacità di riosservare la natura che rimane sempre una base importante da tenere in considerazione per offrire soluzioni adeguate a garantire una giusta qualità della vita.
How should the correct way to design be in the future ?
Environmental awareness is nowadays an integral part of the correct way of designing with an eye on the future. In particular, a clever use of new technologies, as well as the discovery and the revaluation of the use of materials have to be merged with tradition values, wisdom, ability of knowing how to produce variety and knowing how to create an emotional link through the sense perception. Besides, in order to design for the future, I consider relevant to all of us designers the ability of reobserving nature which is always an important issue to be considered in order to develop suitable design solutions for an adequate quality of life.
Un consiglio ai designer emergenti?
Inizierei col dire che è fondamentale essere coerenti e onesti con se stessi e il mondo che ci circonda perché ogni designer ha le sue caratteristiche e il suo carattere. E di non perdere di vista il valore del fare. Non è forse così sbagliato pensare che un designer possa attingere alla sua anima più profonda attraverso l’uso delle mani, recuperando quei valori più intimamente profondi che oggi nella nostra professione si sono notevolmente affievoliti a scapito di altre inevitabili opportunità e necessità frutto dalla nostra epoca.
Could you give any piece of advice for emerging designers?
First of all I would say to them that being coherent and honest with themselves and with the world around them is fundamental because every designer has his own characteristics and character.In addition I would advice them not to forget the value of “doing” It’s not perhaps so wrong to think that a designer can get to his deepest soul through the use of the hands, recovering those most deeply intimate values that today, in our profession, have been deeply weakened at the expense of other inevitable opportunities and needs resulting from these days’ state of things.
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