Design For 2012, aziende, marcopiva
Marco Piva definisce il suo linguaggio emozionante, fluido e funzionale, firmando le proprie realizzazioni legate all’architettura, al product e all’interior design. Lo sforzo nella ricerca materica e tecnologica, il valore della differenziazione, l’innovazione progettuale sfociano nella fondazione dello Studiodada Associati, la cui produzione diventa una delle più rappresentative del periodo del Radical Design. Negli anni ’80 apre lo Studio Marco Piva, la cui attività spazia dai grandi progetti architettonici alla progettazione d’interni, fino al disegno industriale.
Viaggiatore prima ancora che progettista, studia e crea soluzioni progettuali intrise di libertà stilistica, gli oggetti si caricano di emozionalità e nuova simbologia, i colori contrastano ogni intellettualismo e rigidità. In Giappone, a Osaka, ha partecipato alla progettazione e costruzione dell’innovativo complesso residenziale Next 21, ha realizzato il Laguna Palace a Mestre, il Port Palace a Montecarlo, l’Hotel Mirage a Kazan, l’Una Hotel di Bologna, il T Hotel di Cagliari, Il Move Hotel a Mogliano Veneto, il complesso multifunzionale Le Terrazze a Treviso. Per il Gruppo Boscolo realizza le Suites dell’Exedra di Roma, il B4 Net Tower di Padova ed il Tower Hotel di Bologna. A Dubai, su Palm Jumeirah, ha progettato il Tiara Hotel e l’Oceana Hotel. Sempre a Dubai ha progettato l’innovativo complesso Porto Dubai. In Russia sta progettando il nuovo complesso del Porto fluviale di Novosibirsk. Esporta all’estero il suo know how ed è uno dei pochi progettisti italiani che negli Emirati riesce ancora a costruire: infatti, è impegnato nella realizzazione del complesso residenziale Rawdhat Residential Buildings ad Abu Dhabi. Intanto in Italia sta portando avanti il progetto architettonico di ristrutturazione ed ampliamento dell’Hotel Gallia a Milano. Marco Piva Atelier Design disegna per: Arflex, Altreforme, Arpa Industriale, Bross, Cabas, Casa Più, De Castelli, Deko, Ege, Gervasoni, i Guzzini Illuminazione, Iradium, Jacuzzi, La Murrina, Lamm, Leucos, Meritalia, MisuraEmme, Moroso, Novello, Pedrali, Pierantonio Bonacina, Potocco, Rapsel, Reflex, Schonhuber Franchi, Sicis, Stella Rubinetterie, Unopiù, Valpra, Vda, Zonca.
Witch per Leucos
Come mai ha deciso di creare un profilo sul portale Promote Design nonostante sia già un progettista affermato?
Quando ho iniziato la mia carriera, promuovere le proprie realizzazioni era molto più difficile. C’era la stampa, c’era il passaparola e le occasioni pubbliche. Oggi internet consente di amplificare notevolmente il raggio di comunicabilità del proprio operato e molti portali, come il vostro, ne sono esempio. Ritengo che Promote Design sia ben fatto, mi piace che non sia elitario e che, insieme a noi progettisti affermati, venga data visibilità anche a talenti emergenti.
Che valore aggiunto pensa possa dare un’iniziativa come quella del libro/catalogo ideato da Promote Design ai giovani designer?
Parlando di Internet, prima, mi sono soffermato sul suo lato positivo: la visibilità accessibile a tutti. Questo stesso parametro, al tempo stesso, porta però ad una saturazione del sistema, all’impossibilità di effettuare una selezione coerente. Per questo ritengo che la cara “vecchia” carta stampata rimanga un veicolo fondamentale per potere fruire di una selezione mirata e certificata dei materiali esistenti, selezionati per qualità, stile ed innovazione.
Moove per Jacuzzi
Ci racconti il suo primo contatto con un’azienda e la storia del suo primo prodotto.
La storia del mio primo contatto fu da manuale e anche piacevole. Avevo partecipato con i miei partners di Studiodada Associati al concorso di idee “L’Interno Dopo La Forma DEll’UTILE”, indetto dalla Triennale Di Milano e curato da Alessandro Mendini. Erano i primissimi anni ottanta, e una vena di follia e di irriverenza verso il design serio e funzionalista scorreva nelle nostre giovani menti: era il grande momento del Radical Design. Il nostro progetto - un complesso molto articolato di disegni, scritti e immagini, vinse la selezione e fu proposto per la mostra.
Tra i progetti presentati da Studiodada Associati, c’era la proposta di una collezione di elementi di arredo che titolammo “Mobili In Colore”, concepiti come se fossero derivati da quei semplici giochi di costruzioni dei bambini, costituiti da cubi, cilindri, parallelepipedi, ecc... L’intento era quello di farli crescere di scala fino a trasformarli in volumi e contenitori con ante, ripiani e cassetti, volevamo divertirci e divertire con la nostra idea di design, volevamo ricominciare da capo, come i bambini: forme semplici, mobili coloratissimi, trasformabili nel tempo dagli utilizzatori,insomma un vero gioco di arredo per grandi. Ci rivolgemmo a un bravissimo artigiano brianzolo, se non ricordo male si chiamava Terzaghi, che realizzo’ i primi prototipi. Presentammo i prototipi in Mostra alla Triennale, all’interno di una bellissima istallazione e fummo poi contattati da Brunati spa - allora era una delle migliori e più’ dinamiche aziende del settore arredo - che acquisì i diritti per sviluppare l'intero sistema di arredo. Un grande successo!
Bamboo per Rubinetteria Stella
Secondo lei quali sono i fattori di riuscita di un prodotto?
I fattori di riuscita di un prodotto possono essere molto diversi tra loro dipendentemente da cosa ci si aspetta da un prodotto. Se si mira al successo commerciale sara’ fondamentale centrare il punto di equilibrio tra costo, prestazione, prezzo e immagine, un processo in cui le qualita’ intrinseche di un buon prodotto dovranno essere integrate a forti azioni di marketing e comunicazione, un forte lavoro di squadra di cui non sempre il designer e’ il regista. Se si persegue invece il raggiungimento di un’eccellenza legata al giudizio di chi fa del design un territorio specifico e particolare di sperimentazione e confronto, lungo le più’ diverse direttrici estetiche, allora il risultato potra’ essere altrettanto soddisfacente, anche se il prodotto non verrà distribuito in grandi numeri e quindi non conosciuto dal vasto pubblico.
Che consiglio sente di poter dare ad un designer emergente?
E’ indispensabile che il designer emergente sia carico di curiosità, apertura mentale e che si ponga domande per arrivare a soluzioni sincere, autentiche, nelle quali si colga la capacità ideativa e tutta la ricerca che è stata necessaria e utile per generarle. La ricerca è fondamentale ed è la chiave per attivare una nuova sfida per il design; realizzare prodotti intelligenti (innovativi, ecologici nei materiali, attenti al controllo dei consumi etc). Questi sono i principi che cerco di trasmettere, ad esempio, ai miei stagisti. Il giovane designer deve lavorare intensamente su se stesso e sul rapporto dell'uomo con l'ambiente, al fine di perseguire un nuovo umanesimo.
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