Design For 2014, aziende, Barrichella
Paolo Barrichella
Food designer
www.barrichella.it
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Paolo Barichella nasce professionalmente come Industrial Designer.
Nel 2002 dopo un percorso di studi specifici in tecnologia degli alimenti e fisica sensoriale, arriva per primo a individuare e pubblicare la teoria del Food Design in Italia. Nello stesso anno fonda Food Design Studio. Nella sua carriera di consulente Food Designer ha creato numerosi progetti innovativi con alta redditività per industrie, food format e brand multinazionali. Opera in qualità di manager implementando progetti di Strategic Design Management, Sensory Design, Concept Creation of Lifestyles and Experience.
Grazie ai risultati della sua ricerca e del suo lavoro oggi è uno dei più accreditati opinion leader in materia. Ha creato e coordinato diversi corsi sul Food Design per istituti prestigiosi come Politecnico di Milano, IED, Bocconi, IULM. Ha scritto per importanti testate sull’argomento del Food Design, partecipando come giudice a concorsi e come relatore e moderatore a importanti convegni internazionali. Ha consolidato negli anni una importante esperienza nella filiera alimentare, tecnologicamente, culturalmente e sensorialmente, e ciò gli ha consentito di sviluppare evoluzioni importanti del food design nella Cucina Efficace e nel Sensory Design.
Intervista
Evoluzione della società, del concetto di mercato e della figura del Designer. Nuovo modello di remunerazione e guadagno per il designer del terzo millennio.
Sin dagli inizi, la mia attività nel sistema design si è caratterizzata da un approccio manageriale e strategico applicato in diversi settori, che mi hanno consentito di arrivare ad identificare e teorizzare l’ambito specifico del Food Design. L’esperienza maturata attivamente nelle istituzioni del design e quella imprenditoriale, mi hanno aiutato a comprendere quanto la figura del designer sia in continuo e rapido mutamento ed evoluzione.
Non esiste evoluzione senza conseguenti mutamenti; la capacità di accogliere in senso positivo il cambiamento rende capaci di cavalcare con successo e da protagonisti l’evoluzione. Come il camaleonte, chi non è in grado di mutare con la giusta rapidità, rischia di essere facile preda dell’ambiente che improvvisamente gli diventa ostile.
La crisi di questi anni si è caratterizzata anche per la creazione di nuovi trend socio economici che si sono evoluti con molteplici forme; il modello Google ne è un esempio lampante. Un business planetario quanto democratico, basato sul fatto che chi accede ad un servizio di altissima qualità non ha il minimo esborso economico. La forza di questo sistema, a differenza di altri competitor che non hanno avuto lo stesso successo, si basa sul fatto che non si è mai imposto ma è stato scelto dagli interlocutori, i quali lo hanno preferito come soluzione ideale alle loro necessità in quanto risultava anche estremamente efficace e superiore agli altri modelli che si proponevano in modo più arrogante.
Dopo 20 anni di esperienza professionale ho compreso che, tranne gli esponenti illuminati che hanno fatto del design la loro vision, un’importante parte delle imprese desiderano collaborare con designer di ogni livello, ma nessuna li vorrebbe remunerare in equa misura. Questo fenomeno crea nei progettisti forti frustrazioni e la percezione di essere sempre sfruttati e male valorizzati.
A tutti i livelli, vi è la diffusa convinzione che al designer basti soddisfare il proprio ego vedendo un suo progetto in produzione, oppure che il progetto possa essere remunerato con la visibilità quale merce di scambio.
Queste incomprensioni di fondo della figura professionale del designer e del vero valore del design stesso, sono anche la causa principale che ha spinto molti designer al diffuso fenomeno dell’autoproduzione.
A fronte di questa analisi, forte della consapevolezza maturata, ho cercato di comprendere come il modello vincente di Big G potesse essere applicato anche nel Sistema Design. Google ha un importante patrimonio di know how e services tools di grande utilità sviluppati proprio attraverso processi di puro design thinking. È un modello democratico, ma soprattutto è proprietaria del suo know how e lo concede gratuitamente a chi decide di condividere il suo modello partecipativo, entrando a tutti gli effetti a far parte del suo lifestyle attraverso un cloud. Accrescendo il numero di persone che aderiscono al modello, nello stesso tempo si rafforza lo standard che diviene un modello unico e insostituibile.
Il Format sharing: studiando, utilizzando e applicando questo modello ho inventato, elaborato ed applicato il “Design Lifestyle Cloud System”. Un Network di aziende partner che condividono la medesima filosofia di approccio e un nuovo modo di progettare in Clouding.
Dopo aver subito veri e propri saccheggi da parte di alcuni imprenditori che con i miei contenuti e idee creavano nuovi format di successo, ho compreso che era necessario rivedere il modello di rapporto con gli interlocutori, riconvertendo una posizione di debolezza in una di forza.
Aiutato da casi studio vissuti sulla pelle (l’ultimo una zupperia interamente inventata da zero e letteralmente espropriata) e da valutazioni e consigli di advisor esperti in diritto, economia e finanza, ho dato vita ad un innovativo modello nel quale il designer è una figura protagonista, non solo quando è utile all’interlocutore che lo ha “usato” fino a quando era necessario, ma indispensabile al proseguo del modello di format, in quanto lui in prima persona proprietario del marchio e del sistema basato sul concept inventato. È così quindi che dopo aver creato dei lifestyle per altri ho definito un sistema di format basato su un mio modello di idea, l’ho depositato ed ho registrato marchio e domini collegati. Dopodiché ho unito in partnership aziende tra di loro complementari che trovavano nel sistema un’ottima opportunità di profitto specificatamente al loro campo di attività e core business.
Il sistema è estremamente innovativo ed attuale e consente ai partner in perfetto modello Cloud di muoversi liberamente attivando co-marketing tra di loro (tutti controllati e coordinati dal designer-owner) dove, ogni azione fatta dal singolo, favorisce il business di ogni partecipante del gruppo e la comunicazione prodotta da ognuno agevola anche gli altri partecipanti.
I concetti espressi trovano la loro applicazione pratica nel progetto sviluppato per MSC Crociere dove, partendo da una problematica riscontrata durante la somministrazione del buffet, è stato studiato e riprogettato l’intero metodo di servizio dei cibi.
Il progetto, durato un anno, è partito dallo studio dei flussi di gente che si creava sui ponti buffet e si è concretizzato nella progettazione di tredici “isole buffet” curandone ogni aspetto, dalla “messa in scena” del cibo alla presentazione del personale. In questo modo il cliente MSC Crociere viene coinvolto in un momento esperienziale organizzato attraverso la progettazione dell’intero sistema.
Altro importante e innovativo progetto che ho realizzato è stato quello di “Cucina Efficace”, concetto rivoluzionario di mercato che spazia su vari fronti offrendo un servizio a persone che hanno una necessità, creando delle risorse.
La “Cucina Efficace” si fonda sull’utilizzo di ingredienti di eccellenza ma di immediata reperibilità ed elevata praticità, cucinati con pratiche inusuali e metodologie efficienti, sfruttando tecnologie comuni che permettono di semplificare il lavoro in cucina. Cucina Efficace è una disciplina teorizzata, nata per rispondere alle richieste della società contemporanea in termini di approccio al Food in ambiente domestico. Le Tecniche della Cucina Efficace consentono di ottenere il miglior risultato con il minor sforzo impiegato grazie ad un insieme di procedure e metodologie che rendono più performante il modo di cucinare. L’idea si basa su una serie di strumenti e indicazioni utili per ottenere risultati sorprendenti utilizzando materie prime di facile reperibilità e approccio nella lavorazione, attraverso strumenti di uso comune ormai presenti in tutte le case. Per sviluppare questo concept ho costituito un network con le più qualificate aziende del settore Ho.Re.Ca. per un progetto rivoluzionario al servizio delle persone che adorano cucinare ma hanno sempre poco tempo a disposizione per coltivare la propria passione. Il concetto si basa su un modello di licensing del marchio e del format di sistema, registrati, depositati e concessi in licenza ad aziende leader, ognuna specializzata in campi specifici differenti ma complementari. Ognuno dei partner del progetto risponde ad importanti requisiti di professionalità e criteri di serietà ed è stato in grado di distinguersi per l’eccellenza dimostrata all’interno del proprio campo di attività, guadagnandosi la stima e la fiducia del mercato. Il comun denominatore che li unisce è la condivisione degli stessi valori rafforzati dal senso di appartenenza alla medesima filosofia che vede la persona al centro del sistema. Dopotutto il designer si è sempre mantenuto sulle royalties, ma in questo caso ha un’arma in mano che lo pone in una posizione di forza nel sistema. È lui il proprietario del marchio e del sistema al quale aderiscono e per mezzo del quale fanno business le aziende che hanno aderito.
È lui, in qualità di autore e proprietario del sistema e dei marchi e domini a concedere in licenza i diritti di sfruttamento ai partecipanti. In questo nuovo modello di ruoli, il designer diventa di fatto il manager di un sistema basato sul design approach, il suo ruolo diventa quello di mediatore tra parti che hanno esperienze e cultura diverse e che non hanno mai dialogato tra loro. Il suo compito è quello di trovare un linguaggio con il design che riesca ad essere compreso da tutte le parti, e per fare questo, le doti più importanti che un individuo professionista deve possedere sono pazienza e assertività.
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