Tutto ciò di cui la gente si libera, diventa per Sibony la materia prima per le sue realizzazioni. Gli scarti, le plastiche, le carte e i pezzi di ogni genere che vengono considerati come riufiuti vengono trasformati dal designer-costruttore israeliano Koby Sibony in opere d'arte.
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Il suo lavoro, da lui stesso creato e iniziato, consiste nel cercare oggetti non più utilizzati dalle persone e creare qualcosa di inimmaginabile. Koby riesce, col suo lavoro, a rendere un rifiuto qualcosa di importante e necessario.
Ogni scultura è assolutamente unica e non riproducibile industrialmente poiché la forma e il senso della sua opera è strettamente legato alle plastiche, ai fili di ferro, alle placche metalliche e a tutto ciò che ritrova in forma di sporcizia, per esempio sulle spiagge. Proprio per il fatto che Koby recuperi i materiali dalle spiagge, le sue opere vengono spesso definite "Ocean parts". Lui stesso adotta questo termine per auto-definirsi.
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Il suo lavoro non intende essere una protesta o una denuncia di carattere ecologico; non vuole cioè, lanciare un particolare messaggio allarmistico riguardo al tema inquinamento, bensì il suo scopo è realizzare un'opera per la cui realizzazione la creatività del designer deve spingersi oltre un certo limite: in questo modo la sua opera, è concentrata in modo particolare sulla forma più che sull'utilità.
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testo di Luca Negrini