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Nuovi uffici Red Bull

ad Amsterdam

L'azienda della RED BULL ha recentemente spostato la sede centrale in una ex fabbrica di costruzioni navali che si trova nella zona portuale di Amsterdam circondata da una vecchia gru e da un sottomarino russo in disuso.

I lavori di ristrutturazione sono stati affidati allo studio Sid Lee Architecture composto dagli architetti Jean Pelland e Martin Leblanc che tra i vari progetti ne hanno realizzati rispettivamente per Cirque du Soleil e Society of Art and Technology (SAT).

Il primo particolare che salta all'occhio è lo sfruttamento di tutta l'altezza: sono infatti visibili strutture di sostegno, tubi di aerazione e sostegni dell'impianto di illuminazione. Questa scelta ha inoltre permesso la realizzazione di molte aperture a soffitto che rendono visibile il cielo quasi come se ci si trovasse all'aperto.
Il principio su cui Pelland e Leblanc hanno plasmato lo spazio è quello degli opposti ma complementari della mente umana, ragione e sentimento: arte ed industria, scuro e chiaro, pubblico e privato.
L'elemento che funge da legante è il legno che viene utilizzato a vista, dipinto, decorato con immagini applicate e modellato seguendo forme che ricordano montagne da scalare e strutture che compongono ad esempio gli snowpark, gli skatepark o i circuiti di alcuni sport acquatici come l'wakeboard (tutte attività che Red Bull sponsorizza).

Particolare cura direi che è stata data ai luoghi, per così dire, privati. Sono stati creati spazi quali "The Crash Room" per distendersi e riposarsi (le pareti assieme ad un opportuno gioco di luci ricordano un cielo stellato) o "The Quiet Room" per concentrarsi e migliorare quindi la qualità del lavoro. I bagni sono stati rivestiti con mosaici che rappresentano simboli dell'energy drink quali le ali e altre immagini che ispirano pensieri positivi come, ad esempio, il dio dell'amore Cupido. Gli uffici, posizionati nella parte più luminosa della struttura, sono diversi tra loro e, a mio avviso, rappresentano una fonte di ispirazione per la creatività se si pensa, ad esempio, alla scrivania ricavata dall'ala di un aeroplano.

testo di Melania Terrieri