Il design di Ask Emil Skovgaard: tra elementi fluidi e naturali
Il design contemporaneo annovera tra gli esponenti pių competenti...
Il design contemporaneo annovera tra gli esponenti più competenti, perché uniscono sapienza tecnica con abilità manuale, i progettisti danesi. Un esempio che ben restituisce queste caratteristiche sono i progetti di Ask Emil Skovgaard che attribuisce una valenza grafica ai suoi arredi, mantenendo la naturale bellezza del legno. La scelta di questo materiale non è casuale: è quello che meglio si presta alla libertà progettuale quando questa è congiunta alle capacità manuali. Le sue creazioni si basano sulla volontà di realizzare degli arredi in legno che non siano formalmente rigidi, proprio per avallare il concetto di forma come se creata dalla natura stessa.
Qualitativamente, vanta un livello ineccepibile: è lui stesso che si occupa della realizzazione degli arredi dedicandosi alla cura dei dettagli non solo per la finitura ma anche per l’assemblaggio delle parti.
Nel tavolo Cloud, l’accostamento del cristallo alla base in legno alleggerisce l’effetto finale e valorizza la struttura di base, creando un livello di pesi visivi ben bilanciato. Il profilo del cristallo segue quello ritmico della parte inferiore costituita da sei elementi che supportano il peso totale, da ciascuno dei quali si diramano dei prolungamenti per aumentare la stabilità della struttura.
Nelle sue sedute, Kora e Ribbon, mette in evidenza tutto il suo virtuosismo: la prima è intesa in un modo più classico, con i quattro elementi che scaricano a terra, a cui associa l’eleganza e la possanza dello schienale. In questo esempio sono lampanti linearità e compattezza, quest’ultima, sempre nella parte dello schienale è particolarmente incisiva tanto da essere tradita solo dalla presenza dei due piccoli perni che collegano le componenti.
La seconda, Ribbon, è strutturata come un nastro leggero su cui è appoggiato un foglio di pelle per la seduta: il risultato è caldo, accogliente, sinuoso.
Questo modo di intendere il design, a cavallo tra una linea artigianale e una teorica ancora una volta si rivela vincente sia a livello qualitativo che espressivo: un design viscerale che racconta intuizioni e sperimentazioni, non lette, ma vissute nel concreto.
Testo di Veronica De Pinto