La Promote Design Exhibit ha riunito 28 creativi o gruppi di progettisti di varia estrazione. L'insieme dei loro prodotti ha dato un quadro abbastanza completo sulla direzione che il design ha preso negli ultimi tempi. Non si può non notare come l'arredo domestico, analogamente ad altre categorie di prodotti, vada nella direzione dell'ecosostenibilità e del rispetto dell'ambiente, e come i progettisti lavorino sui materiali, sul recupero e sull'ottimizzazione dei processi.
Di grande interesse è stato anche scoprire la sperimentazione di nuovi linguaggi e nuovi percorsi per un ambiente domestico al passo con i tempi e sempre in evoluzione, caratterizzato sempre più anche dall'elemento autoprodotto oltre che da quello seriale.
Per chi segue il settore è dunque fondamentale seguire le rassegne come la Promote Design Exhibit per capire e studiare i nuovi fenomeni e le nuove tendenze.
Di seguito i protagonisti di questa interessantissima Exhibit
Teresa Ancora
“Ogni materia ha un’anima e con il cuore gli si può dare una propria vita”. In questa frase Teresa Ancora racchiude tutta la filosofia del suo lavoro. Vari materiali di recupero tenuti insieme dalla resina, sostanza attualissima e dalle grandi potenzialità e varietà d'uso. Ancora costruisce così vasi e complementi dalle forme assolutamente inedite che, attraverso i colori e le finiture della resina, diventano perfetti abitanti degli spazi domestici arredati con gusti e stili differenti.
Artigiani Audaci - INTERVISTA
Artigiani Audaci. Non c'è migliore definizione di quella che loro stessi si son dati, per descrivere la loro professionalità. Il loro lavoro è audace perchè con determinazione e fantasia si spinge oltre le mura della bottega ed entra negli showroom, con prodotti dalle lavorazioni pregiate ma ricchi di modernità e innovazione. Il designer Alessandro Malerba insieme al Maestro Claudio Fraccaroli, mediante tecniche totalmente manuali hanno restituito finiture di straordinario valore espressivo: encausti a spessore arricchiti con selezionate radiche, fusioni di peltro ed inserti in resina che danno vita ad opere uniche ed irripetibili. Loro le chiamano "superfici emozionali" quelle che restituiscono agli oggetti esposti, dove il legno è primo protagonista oltre che narrante della propria storia.
Immaginate una libreria. Ora dimenticatela. È un po' questo probabilmente il concetto alla base del lavoro dell'architetto Maurizio Balducci. Distruggere e reinventare l'oggetto libreria senza nessun vincolo o paletto. E per far ció egli ricorre ad una chiave a lui cara: l'equilibrio. Grandi dimensioni, linee ellissoidali e colori sono alla base della sua collezione di librerie presentate durante il Fuorisalone 2013. Nonostante queste caratteristiche mantengono un grande rigore nel bilanciamento dei pesi e nella distribuzione delle geometrie. L'ellisse é la forma perfetta per creare un pezzo basculante e al tempi stesso equilibrato. Ogni libreria riempie l'ambiente con la sua forte personalità e funziona per contenere libri sicuramente di un certo valore. Come dire: pochi libri, ma buoni...
Utilizzo e "riutilizzo". Barbara Buzi non esclude nulla nel suo lavoro e propone oggetti di produzione industriale ed artigianale. “ForMe” si ispira alle sinuose linee di una donna in atteggiamento di relax. Il suo profilo è chiaramente iconico e lascia intravedere anche le linee dei braccioli di una seduta semplice ed elegante come ricercata e divertente, di stampo prettamente industriale. Sembrano invece “a testa in giù” le “Sghembe”, lampade che combinano sezioni di profili in legno per creare strutture che sembrano essere in equilibro precario, quando invece sono assolutamente stabili e solide. In questo caso è invece forte il concetto del riutilizzo, dato il materiale ligneo di recupero impiegato in maniera davvero intelligente.
"Nella botte piccola c'è il vino buono"... diceva un detto popolare. E lo stesso si potrebbe dire per il lavoro di Maria Jennifer Carew. Oggetti di piccole dimensioni che nascondono un grande studio concettuale. Versatilità, ironia, ma soprattutto semplicità. Queste le parole chiave dei suoi oggetti pensati per un'utenza moderna che ama circondarsi di cose funzionali e, perchè no, “simpatiche”. Il portacandele, tradizionalmente pomposo ed importante, diventa quasi invisibile in "Woo" per lasciare spazio alla candela e alle sinuosità della cera. "Bretella" fa della corda una minimale libreria che vuole mostrare i gusti letterari dell'utente senza nascondere le copertine. Il sistema di appendiabiti da parete "Grazia", invece, attinge dal mondo del classico, riportando le forme sinuose e tarchiate dei piedini dei divani in stile per attribuire a queste forme accattivanti la visibilità che si meritano.
Nome in “Codice”. Eleganza. Vetri soffiati dalle forme gentili, intarsi minimali. I tre designer pugliesi Paolo D’Ippolito, Leonardo Rossano e Anna Maria Cardillo, espongono in anteprima una collezione varia ma molto concentrata sull'elemento conviviale in vetro. “Mezzaluna” rimodella il concetto di decanter con un occhio all'ergonomia e un altro al vino che prende forma e vita grazie al suo contenitore. La collezione di pendoli “Quattro” usa temi e materiali sobri combinati sapientemente per creare orologi rigorosi e quasi severi nello scandire il tempo. Novitá forse assoluta sono i bicchieri bifacciali “BB”. Due capienze differenti per portare il fruitore a scegliere quello più adatto al momento. Una collezione unica e di grande valore data anche la fattura in soffiatura, tutt'altro che scontata.
La Natura è l'ispiratrice di Giuliana Collu, che con i suoi complementi in ceramica interpreta e fa rivivere il flusso vitale. Tracce fossili stratificate dal tempo, eruzioni esplose attraverso una frattura, il mare. Collu interpreta la sua visione del rapporto mare e terra in elementi dal grande fascino materico. Realizza i pezzi interamente a mano, con argille diverse e smalti di svariate cromie che emulano i colori della terra, del cielo e del mare. Nascono in questo modo lampade, centrotavola, vasi che esprimono la parte remota e insieme contemporanea della vita terrena, come a dare una forma all’evoluzione dell’universo.
Umberto Dattola
Tenetele giù! Guardando i pezzi di Umberto Dattola quasi si è portati a voler fermare l'ascesa di questi elementi d'arredo dalle forme assolutamente tradizionali che "sfuggono" al pavimento per liberarsi nell'aria. Solo i piedi vogliono tenerli ancorati al suolo mentre le gambe di forza subiscono le forze di trazione. “Wood and Bones” sono un prolungamento della collezione EVNI (Evento Vivificante Non Identificato) - il sentimento delle cose -, che si propone di dare nuova vita ad oggetti ormai in disuso. L’indagine del creativo bresciano è orientata verso un alleggerimento ulteriore della materia, verso la ricerca dell’essenzialità delle cose fino ad arrivare ad una scarnificazione che rivela la struttura, lo scheletro, la composizione ossea dell'oggetto.
Ecobabydesign
Un'attenta giuria di professionisti del settore ha pubblicato i risultati relativi al "Lettino evolutivo Gabriel". La giuria, composta dai bambini più vivaci ed esigenti, ha testato il prodotto in maniera accurata sottoponendolo a rigide prove. Il responso parla di un prodotto robusto, inedito, facile e divertente. Interamente realizzato in metacrilato senza vernici, colle o viti, il lettino è riciclabile al 100%, lucido e brillante, facilmente lavabile e infrangibile. La trasparenza lo rende piacevole ai bambini, i quali possono vedere tutt'intorno scoprendo il mondo che li circonda, ma anche alla mamma che può guardarli da ogni angolazione. A corredo del lettino una serie di accessori e giochi costruiti anch'essi in metacrilato composti ad incastro. Un prodotto di cui probabilmente si sentirà parlare.
Chissà cosa starà pensando adesso Charles Edouard Jeanneret Gris, in arte Le Corbusier, dopo aver visto M.E.M.E. chaise longue. Ai visitatori della Promote Design Exhibit la chaise longue del famoso architetto svizzero, reinterpretata dall'italianissimo architetto Giacomo Antonio Guindani, è piaciuta davvero molto. Invisibile. Ghost. M.E.M.E. è prodotta interamente in metacrilato trasparente, che ne garantisce l'utilizzo sia indoor che outdoor grazie alla sua resistenza. Lo spazio ideale di “M.E.D.E.” può essere il bordo di una piscina, come una terrazza a mare, o un giardino. Le linee ormai sono conosciute, ma chi avrebbe mai pensato di rivederla così?
Appendere un tavolo alla parete puó sembrare a prima vista una bizzarria, eppure Dario Imbó l'ha riconosciuto come un modo pratico e veloce per liberare spazio nelle piccole moderne abitazioni. “Polifemo”, dal noto mito a un occhio solo, è un tavolo minimale che, grazie ad un sistema magnetico di giunture, puó chiudere le gambe fino alla linea del piano di appoggio. In questo modo, una volta chiuso, occupa uno spessore di pochi cm e puó comodamente essere posto verticalmente su una parete attraverso il suo "occhio". Il sistema, originale quanto comodo e veloce, potrebbe essere una grande intuizione per i piccoli ambienti domestici.
Pensando al titanio, molti immaginerebbero le componenti meccaniche, le applicazione aeronautiche o le protesi, ma a nessuno o a pochissimi probabilmente verrebbero in mente i gioielli. E invece Jessica Stenta e Vincenzo Battaglia hanno fatto del titanio la loro passione progettuale, puntando proprio sul monile per esaltare le sue qualità. Gioielli, complementi e rivestimenti che si lasciano ispirare dalla sperimentazione e dalla ricerca sul materiale stesso. Attraverso la cura artigianale e le tecnologie avanzate a controllo numerico, producono oggetti straordinariamente e concettualmente “completi”, dalla resa estetica minimale e raffinata.
Recupero. La storia delle sedute di Marco Poli e Laura Longhi parte dall'imballaggio dei materassi. Cataste di pallet sono stati "salvati" dalla discarica e trasformati in comode sedute. I due designer lombardi hanno scelto di lavorare sulla divisione in layer per ottenere un profilo comodo e adatto anche a contenere i libri nella parte inferiore. Il lavoro mira anche a scartare meno materiale possibile nell’ottica di un’ottimizzazione ecosostenibile. L'ampia personalizzazione dei colori sia per i layer che per le giunture consentono simpatiche variabili di una seduta cosí adatta a diversi contesti informali.
Se invitate a casa Federica Veronesi, non lasciate incustodito nulla e nascondete quanto di meno prezioso avete in giro... Anche una scopa, infatti, potrebbe incuriosirla al punto da farci una lampada o un appendiabiti. Puó essere descritto in questo modo, un po' ironico, il lavoro della creativa emiliana la quale lavora invece con grande serietà al riutilizzo della materia. In esposizione piantane create con stoffe recuperate, lampade personificate in mille declinazioni attraverso l'uso di accessori da cucina, strumenti e oggetti vari. Dalla Diva anni ’50 al Neonato, dal Filosofo stralunato alla Drag-queen… dall’Angioletto al Punk… in pratica ogni cosa puó scatenare la sua fantasia e la sua voglia di sperimentare in nome dell'ecosostenibilità.
Vi è una ricerca estetica di grande qualità alla base dei progetti di Filippo Mambretti. Volumi importanti, linee sinuose, combinazioni di colori e materiali. Mai banale e mai ripetitivo, il suo lavoro si concentra quasi esclusivamente sul tema seduta, declinato in varie sfaccettature. “Endless” è una poltrona costituita da una struttura in tubolare che si snoda nello spazio rappresentando il concetto fisico del movimento del tempo e della materia nello spazio; la materia muta e si trasforma nel tempo, che si distorce a seconda del peso della materia. “Illusione” è invece una seduta formata da layer di multistrato di betulla in grado di far percepire un colore diverso a seconda dell'angolazione da cui la si guarda. Un lavoro che unisce ricerca estetica ed ecosostenibilità. Ciò che caratterizza invece la serie sedute/tavolo “Broncio” è la sua capacità di creare un invisibile legame tra l’infinito e mutevole universo dell’infanzia e l’illusorio stato di adulto creando, grazie ai tre moduli che lo compongono, differenti soluzioni compositive o funzionali.
Incastri, lacci, polivalenza. Queste le parole chiave degli oggetti esposti da Eleonora Mariotti durante la Promote Design Exhibit. Se basta un laccio di jeans per mettere insieme un tavolino da caffè ed una lampada, allora c'è qualcosa sotto... per “Sashiko” e “Page Lamp”, Mariotti semplifica al massimo le forme e le componenti ottenendo due pezzi versatili ed eleganti seppur minimali. La semplicità guida anche “Oliver”, pouf con tre estremità in grado di adattarsi alle esigenze del fruitore; principalmente pensato per bambini, è ideale per interni e contract con infinite possibilità di colorazioni. “Ecombo” è invece il più "complicato" dei progetti presentati: completamente ad incastro, è un ampio centrotavola multifunzionale e giovane che permette di usufruire di vari piani d’appoggio. Si rifà in parte ad uno stile orientale.
Stefano Mazzucchetti
Osare. Questo forse il verbo più adatto per descrivere il lavoro di Stefano Mazzucchetti che nei suoi progetti sperimenta nuove forme e nuovi concetti. Dalla "Mai Chair", dove la vera sedia è il vuoto che rimane intagliato nella lastra, allo sgabello “Flex”, dove due porzioni di lamiera verniciata sono unite da un "cuscino" di gomma che forma la seduta, il passo è davvero breve e indica l'estro del designer bergamasco. In quest'ultimo progetto, in particolare, Mazzucchetti lavora sul recupero della gomma utilizzata in ambito industriale che diventa propedeutica per la comodità e la versatilità dello sgabello. Simile procedimento per "Ferro Gomma", seduta ottenuta mediante l'utilizzo della gomma nautica, che offre al sedile elasticità ed equilibrio. Da provare.
Riparare gli oggetti semplicemente legandone assieme le parti é cosa molto comune. Disegnare oggetti che stanno su e funzionano perfettamente solo legando le componenti con lacci colorati è tutt'altro. Un attento ed accurato studio sugli incastri e sul taglio degli elementi consente ai due progettisti Eliana Salazar e Fabrizio Tozzoli di trasformare la loro intuizione iniziale in una famiglia di oggetti divertenti ed ecosostenibili. Gli arredi possono essere montati direttamente da chi li acquista, creando la dinamica “familiare” tipica di alcune grandi attuali catene di arredi. Con la sostanziale differenza che questi pezzi non perdono in qualità. La facilitá di montaggio, infatti, non è data dalla presenza di minuteria nè tantomeno dall'utilizzo di materiali scadenti. La bravura dei designer é stata quella di utilizzare legno di prima qualità con uno scarto bassissimo. Gli incastri studiati ad hoc e le legature fanno poi il resto donando ai pezzi robustezza e grande simpatia.
Quadri specchianti. Non puó esserci definizione migliore per i lavori di Tina Moretti che avvolge letteralmente i soggetti per renderli opere. Il suo accurato lavoro di modellazione dei tessuti crea delle cornici di grande eleganza e raffinatezza, che risultano leggeri grazie al movimento del drappo. I colori sono spesso chiari con grande utilizzo del bianco, ma non mancano pezzi allegri tinti di colori vivaci come l'azzurro o il magenta. Di grande interesse la sperimentazione di grafiche "pop" tipiche degli anni ‘70 su tessuti classici e di varia funzione. Un'operazione davvero originale che puó trovare spazio negli ambienti più disparati.
Mr.Nico
Una collezione di collane, orecchini, bracciali in legno trattato solo in maniera naturale nel totale rispetto dell'ambiente. E ancora astucci ispirati alla cultura spagnola, o carte da parati dai motivi moderni. I designer del gruppo Mr. Nico hanno esposto in anteprima i loro pezzi semplici ma attualissimi, progettati e realizzati artigianalmente. Taglio laser e linee poligonali sono le basi dei loro lavori che fondono l'eleganza del monile classico con forme e colori divertenti. Anche le custodie, create al negativo, sono studiate insieme al pezzo che si compone poi tridimensionalmente. Un lavoro molto divertente e completamente al passo con i dettami dell'ecosostenibilità.
"Ma come avrà fatto??" Ecco la tipica esclamazione dei visitatori davanti ai suoi vasi. Elementi ricavati interi dai tronchi degli alberi e poi scavati a mano per modellarli a suo piacimento. Ecco il lavoro mostrato da Ruggero Pallaoro, vero "tarlo" del legno in grado di togliere l'anima dall'interno del ceppo e restituirla all'esterno. Il risultato è una collezione di vasi che mostrano la vita del legno attraverso le sue intrinseche mutazioni dalle trame inaspettate. Ci si aspetta oggetti complessi, eppure Pallaoro rende estremamente attuali i suoi vasi attraverso la finitura e i colori tipici dei vasi oggi in commercio. L'uso di questi ultimi é usato spesso al contrasto tra superfici interne ed esterne, oppure risulta grave ed elegante con tonalitá scure di verde e rosso. Gli spessori sottili e le rotture del legno rendono questi oggetti davvero unici.
Mettete insieme un artigiano del legno e un ingegnere edile; mescolate e lasciate raffreddare. Ne verranno fuori creazioni divertenti e colorate che si contraddistinguono anche per il fatto di coniugare la funzionalità con una certa dose di stravaganza e bizzarria. Restyling e Recycling sono gli ambiti su cui si concentra principalmente l'attività creativa di Plinca Home. Oltre alla progettazione ex novo di prodotti, Plinca Home si occupa infatti di rivisitare in chiave dichiaratamente allegra, ravvivandoli con stoffe multicolor, nastri, bottoni, decorazioni e passamanerie, alcuni arredi esistenti e di ridare nuova vita, magari mutandone le funzioni, a mobili ed oggetti in disuso o a materiali di scarto.
“Discola”! Non parliamo di una bambina particolarmente indisciplinata che non sta ferma un attimo, ma della prima lampada realizzata da Prodottadagiò ed esposta in anteprima alla Promote Design Exhibit. “Discola” si compone di un diffusore in metacrilato trasparente che funge da elemento sia decorativo che strutturale della lampada. Attraverso l'incastro tra i dischi in orizzontale e verticale, si ottengono le versioni da tavolo o da terra a seconda dell'altezza. La totale trasparenza delle parti rende la lampada quasi immateriale con giochi di luce e riflessioni di grande effetto.
Trasformismo e funzionalità. Queste le parole chiave dei pezzi esposti da Francesco Provenzano, giovane designer di origini siciliane che lavora studiando principalmente la destinazione d'uso degli oggetti che progetta. “Xenia”, collezione di arredi pensata per l'alloggio temporaneo degli studenti, utilizza elementi semplici in legno tenuti assieme senza minuteria ma grazie ad un attento sistema di incastri e compenetrazioni. Smontati, questi risultano poco ingombranti e facili da trasportare. “un-ROLLED” è un pouf-letto che "raggomitolato" forma una seduta, mentre dispiegato in tutta la sua ampiezza diventa un comodo materasso. In varie combinazioni di colori può essere una buona soluzione temporanea per chi in casa ha poco spazio. “Karen, Babette & little John” fanno parte invece di una serie di "simpatici" tavoli e tavolini bassi di forma rettangolare o quadrata, disponibili in diverse dimensioni e colori ed impilabili a piacere.
In molti si sono stupiti nel vedere la scultura di una figura femminile all'interno della kermesse dedicata al prodotto industriale d'arredo. Eppure Stefania Sergi, artista affermata dalla grande raffinatezza di opera e pensiero, nutre un progetto ambizioso in nome dell'arte. Puó l'opera essere riprodotta in modo industriale? Si può dare la possibilità a tutti, in maniera assolutamente democratica, di poter godere della bellezza della creazione artistica senza produrre falsi? La risposta la dá Sergi: perchè no? “Incantos”, una scultura realizzata principalmente con la ceramica, dà l’idea di una effusione di sentimenti e sensi amorosi, di grazia e di poetica che l'artista vuole condividere con tutti, e non solo con il fortunato che può conservare nella propria casa l'unico esemplare.
"Non mi ritengo un designer, ma un semplice creativo". Esordisce in maniera umile ma decisa Kevin Gael Clemenceau, "creativo" francese trapiantato ormai da anni in Italia e attivo presso lo studio Rangoni Basilio. I suoi oggetti sono frutto di studi concettuali e formali di grande interesse che portano sempre un valore aggiunto alla loro primaria funzione. “Fiveone” con le sue cinque sedute racchiuse in un cubo, rappresenta l'estrema sintesi formale del pouf, della seduta, del salotto inteso come punto di incontro e conversazione. “Butterfly” invece ribalta il concetto di sedia tradizionale e mette in evidenza con il colore la componente meno nobile ma più funzionale dell'oggetto, il telaio, lasciando trasparenti spalliera e seduta, quasi per evitare che qualcuno possa sedersi... “Piedestal” reintroduce nelle case uno degli elementi classici per eccellenza: il piedistallo, semplificato nelle linee, moderno nei materiali, questo "espositore" quasi irride gli oggetti di uso comune con la sua presenza importante diventando lui stesso protagonista dell'ambiente.
Designer italianissimo anche se operativo a Barcellona, Andrea Castiello porta alla Promote Design Exhibit un nuovo materiale che a prima vista altro non é che cemento. Dalle sue attente spiegazioni é chiaro invece che si tratta di legno truciolare impastato proprio col cemento. Il risultato é una madia elegante e moderna il cui colore di base si sposa molto bene con il ciano dello scavo centrale che la rende protagonista in ogni ambiente. Castiello gioca con le forme e si diverte con i contrasti: il blocco dell'oggetto all'apparenza pesantissimo, é tenuto su da quattro gambe in legno di dimensioni proporzionalmente ridotte e oblique rispetto al parallelismo della struttura. Uno studio formale attento e raffinato che fa di “Nenge” un oggetto potenzialmente cult.
Un tavolo dorato. Sembra ricoperto d'oro il tavolo “Circle" di Mariolina Zinelli, che gioca con i materiali per creare un oggetto dal forte impatto visivo. Il piano massiccio in ottone acidato, alleggerito da una fresatura nello spessore, si appoggia su quattro tubolari in metallo tinteggiati di nero, che convergono a sostenerlo e a slanciarlo. Il risultato è un tavolo "importante" e forte, disegnato per essere protagonista dell'ambiente in cui si trova.
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