È stata presentata, presso La Triennale di Milano, la terza edizione dell’arcVision Prize – Women and Architecture, il premio internazionale d’architettura istituito da Italcementi Group nel 2013 con l’obiettivo di promuovere le figure femminili che hanno apportato con il proprio lavoro novità di carattere progettuale, teorico e pratico in ambito architettonico con una particolare interpretazione dei valori sociali.
L’architettura contemporanea, infatti, sta esprimendo sempre più figure femminili di primo piano, autrici di progetti particolarmente attenti al contesto economico e culturale, ai bisogni dei cittadini, alle relazioni umane, alla creazione di ambienti a misura di chi li vive. Italcementi Group vuole accompagnare questa tendenza e farla diventare una realtà sempre più presente nel mondo dell’architettura.
«Nell’anno in cui Milano ospita l’Esposizione Universale - afferma Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italcementi -, arcVision Prize ha voluto coinvolgere nella terza edizione del proprio premio di Architettura le Ambassador di WE-Women for Expo, nella convinzione che la “buona architettura” sia fatta di capacità creative e tecniche, ma anche di immaginazione, di sentimenti, di cuore. Qualità che le donne sanno esaltare, riempiendo di significato e di sensibilità la loro attività quotidiana, che sia essa recitare, fare sport, guidare un’impresa o progettare un nuovo edificio».
«L’arcVision Prize – prosegue Pesenti – vuole premiare idee e progetti innovativi, sostenibili e sociali, orientati alla bellezza e alla funzionalità del costruire e dell’abitare. Il premio vuole portare in primo piano quella visione ‘femminile’ dell’architettura capace di coniugare tecnologia e ambiente, materiali e forma, stile ed efficienza nella rigenerazione delle città e del territorio».
Italcementi e l’architettura ma anche Italcementi ed Expo. Dai molti valori condivisi nasce la collaborazione con WE-Women for Expo, un progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Expo è da sempre una leva per lo sviluppo della ricerca scientifica del Gruppo Italcementi: dalla medaglia d'argento all'Esposizione Universale del 1867 di Parigi, passando per il Padiglione Italiano in cemento trasparente di Expo Shanghai 2010, per arrivare al nuovo cemento biodinamico di Palazzo Italia a Expo Milano 2015.
“L’impegno di arcVision Prize – Women and Architecture - dichiara Marta Dassù, Presidente Esecutivo di WE-Women for Expo - rappresenta un esempio importante di valorizzazione del talento femminile nell’architettura che WE-Women for Expo appoggia con convinzione. Inoltre, arcVision Prize – Women and Architecture promuove il dialogo fra diverse professionalità su scala internazionale, un fattore di cruciale importanza che sta alla base del progetto WE-Women for Expo”.
La Giuria, tutta al femminile, è composta da professioniste di eccellenza distintesi nella promozione di una visione responsabile e innovativa della professionalità femminile in ambito architettonico o socio-economico: Shaikha Al Maskari (membro del Consiglio Direttivo dell'Arab International Women's Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Daria Bignardi (scrittrice e giornalista, ambasciatrice di WEWomen for Expo), Odile Decq (titolare dello studio di architettura Odile Decq), Yvonne Farrell (cofondatrice dello studio di architettura Grafton Architects) Louisa Hutton (socia fondatrice dello studio d’architettura Sauerbruch Hutton), Suhasini Mani Ratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Benedetta Tagliabue (titolare dello studio Miralles Tagliabue EMBT), Martha Thorne (direttore Pritzker Prize, il “Nobel” dell’architettura).
“L'arcVision Prize ha per me un grande significato in quanto il suo scopo è di riconoscere la leadership del ruolo delle donne e la loro professionalità nel campo dell'architettura. – ha affermato Odile Decq, giurata dell’arcVision Prize e titolare dell’omonimo studio parigino – Il premio è un modo per dare una nuova visione delle donne in architettura. Questi sono i motivi per i quali sono davvero orgogliosa di farne parte e di sostenerlo”.
Nei mesi scorsi un gruppo internazionale di Advisor ha segnalato circa quaranta progettiste, che sono state poi valutate da una Commissione tecnico-culturale, guidata da Stefano Casciani, direttore scientifico del Premio.
È stata così individuata una shortlist di nomination che sarà sottoposta al giudizio della Giuria internazionale, che si riunirà a Bergamo dal 5 al 6 marzo. I risultati del Premio saranno resi ufficiali nel corso della conferenza stampa della Giuria la sera del 6 marzo 2015 presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo, per sottolineare insieme la Giornata Internazionale della Donna.
«Anche in questa terza edizione, arcVision Prize Women and Architecture si conferma come il più importante premio internazionale esclusivamente riservato al lavoro delle progettiste, provenienti quest'anno da tutti e cinque i continenti – ha dichiarato Stefano Casciani, direttore scientifico dell’arcVision Prize –. Gli strumenti per la ricerca e la selezione delle partecipanti sono stati ulteriormente affinati, con l'intento di fare di arcVision Prize non solo l'occasione per rivelare nuovi talenti, ma un vero e proprio strumento di indagine sulla condizione delle donne in architettura, per dare un quadro più completo delle identità e differenze nella cultura del progetto contemporaneo. Dobbiamo in questo senso ringraziare anche la Giuria, composta di personalità di altissimo rilievo, che stimolano costantemente un'attività più approfondita per il giusto riconoscimento del ruolo delle donne nel complesso mondo del progettare e costruire».
I progetti e i profili delle finaliste saranno inseriti in un numero speciale di arcVision, rivista edita dal Gruppo Italcementi dal 1997 con l’obiettivo di avvicinare cultura d’impresa e cultura architettonica. Per la prima volta verranno anche raccolte in un pamphlet le interviste fatte a tutte le candidate finaliste di questa edizione del Premio, un modo per evidenziare che dietro alle architetture e agli edifici c’è un lavoro, una poetica, una sensibilità, influenzata dal vissuto e dalle esperienze di ogni progettista.