Com è il Fuorisalone a Lambrate visto dagli occhi dei nostri designer? Lo abbiamo chiesto a Wall-i In questa bellissima intervista!
- Per prima cosa, per imparare a conoscerti e farti conoscere, come hai deciso di diventare designer?
Designer non si diventa, si è designer. Alcuni di noi infatti hanno iniziato a lavorare utilizzando altre definizioni che sono però forme esse stesse di design: siamo un team composto da architetti, ingegneri e designer al quale si sono aggiunte alcune figure che ci aiutano a raccontarlo al mondo. Designer si è e lo si può esprimere in tantissimi modi, motivo per cui insieme siamo continuamente alla ricerca di nuove soluzioni creative e smart che possano coniugare bellezza e funzionalità, eleganza ed accessibilità, buon gusto ed efficacia
- Cosa stai realizzando al momento? Stai lavorando su un prodotto specifico?
Abbiamo lavorato molto negli ultimi tempi e lo abbiamo fatto in primis su di noi: quel team conosciuto come "Walli design" ha dato vita ad una vera e propria società: "Emotivi". In Emotivi si progetta, si prototipa, si realizzano nuovi oggetti che possano essere utili nella vita di tutti i giorni. Oltre a continuare ad investire su WALLI (il primo prodotto con cui abbiamo partecipato all'edizione 2017 del Fuorisalone), stiamo lavorando ad un progetto ambizioso ed innovativo con cui abbiamo vinto anche l'edizione 2017 di Ecapital, competizione per startup innovative: dare nuova vita agli scarti di pellame provenienti delle aziende del nostro territorio, le Marche, coinvolgendo l'eccellente artigianato locale, per realizzare originali tappeti che possano dare carattere a qualsiasi spazio.
- Nel 2017 hai partecipato a Din - Design In organizzato da Promotedesign.it, è stata la tua prima esposizione durante il Fuorisalone?
Si, prima esperienza da espositori. Entusiasmante vedere così tante persone curiose di scoprire le novità del mondo del design. E anche molto piacevole conoscere tante persone creative che credono in questo settore e rendono il nostro Paese un’eccellenza a livello mondiale.
- Come descriveresti l'area di Lambrate?
È un quartiere effervescente che si presta in maniera magistrale ad ospitare l’innovazione e la bellezza. È la dimostrazione che tutto può diventare bello pur rimanendo utile. Il quartiere di Lambrate è simbolo di qualcosa che nasce o rinasce: rispecchia molto la nostra realtà e i nostri progetti e per questo riteniamo sia il posto migliore per far conoscere le nostre creazioni.
- Puoi raccontarci qualcosa della tua esperienza a Din?
L’abbiamo vissuta con la curiosità e l'incoscienza di chi la vive la prima volta, con gli occhi spalancati ad osservare tutto per non perdere nessuna possibile ispirazione ed opportunità. Abbiamo colto moltissimi interessanti spunti, ne siamo usciti sfiniti ma già carichi di idee per l’edizione 2018.
- Ne è valsa la pena? Lo rifaresti?
È stato utile per confrontarci con noi stessi, comprendere vantaggi e limiti del nostro prodotto e delle nostre idee, ci ha dato l'opportunità di mostrarci e misurarci con un pubblico vasto e competente e di stringere amicizie professionali con altri designer o professionisti del settore. È un concentrato di creatività difficilmente replicabile!
- Raccomanderesti questa esperienza ad un altro designer?
La consiglierei senz'altro, come esperienza di crescita personale e professionale, un'occasione unica per farsi conoscere e magari far nascere collaborazioni inaspettate.