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PROGETTI >> REALIZZATI

CASA MICHELI

CASA MICHELI

PROGETTISTA: Simone Micheli

  • Anno: : 2010
  • Categoria: : CASA / INTERNI
  • Visto: 2050 VOLTE
DESCRIZIONE: Le radici del progetto creato da Simone Micheli per la casa di Firenze dove vive con sua moglie Roberta e con suo figlio Cesar, partono dalla mirata...
Le radici del progetto creato da Simone Micheli per la casa di Firenze dove vive con sua moglie Roberta e con suo figlio Cesar, partono dalla mirata e precisa riflessione su cosa rappresenta la parola lusso oggi per l’Architetto toscano. In occasione del “XXX Congreso Colombiano de Arquitectura” tenutosi nel 2007 a Barranquilla (Colombia), Micheli recitava: “ … il nuovo lusso non è immobilità o abitudine, ma è libertà, movimento, è un pensiero leggero ed inebriante, è poter scegliere ogni giorno e ogni istante dove e come vivere, è poter reinventare continuamente il proprio luogo abitato. Il nuovo lusso, in architettura, è legato alla basica volontà di riappropriarsi delle piccole bellezze e verità del quotidiano, dell’intimità delle sensazioni; è legato a vuoti più che a pieni; è più mentale che fisico; non è opulenza ma trasparenza. Vi parlo di possibili luoghi in cui già echeggia la storia della vostra-nostra vita sotto forma di essenza visiva, olfattiva, tattile, uditiva. Vi parlo di un nuovo racconto che proviene dal passato portando con sé il sapore di posti lontani, ma proiettato in un futuro prossimo e venturo. Un futuro non fatto di mimesi, di emulazione, ma di una verità e di un’unicità che ci avvolgono nel loro bozzolo protettivo, permettendoci di vivere e non sopravvivere in una realtà sempre più inquieta ed alienante. Vi parlo di non-luoghi, di habitat naturali dove ogni uomo può far emergere la propria personalità più profonda e sincera, in cui ritrovare il reale contatto con se stessi e con la natura che ci ha generato. Armonia visiva unita ad un’armonia interiore, specchio del nostro stato d’animo che si fa più pacato ed equilibrato. Congiunzione di spiritualità e bellezza che ci coinvolgono in una relazione estetica con ciò che ci avvolge e che contribuiamo a costruire col nostro corpo fisico ed oltre-che-fisico. Nasce, così, uno spazio adatto alla crescita individuale, ma anche allo sviluppo della nostra presente o futura famiglia, orgogliosa e riconoscente di avere il privilegio di godere della coesione che la circonda. Coesione che si ripercuoterà anche nelle relazioni e interazioni quotidiane, arricchendole di passione e sentimento. Il mio desiderio è porre al centro l’uomo ed i suoi sensi, stimolandolo con forme, immagini, colori, luci, materie, il tutto unito in un connubio di trascendenza e immanenza, astrazione e concretezza, sogno e realtà. Vi parlo di spazi di un mondo, dunque, in cui l’uomo rappresenta una quarta dimensione tutta da studiare e soddisfare sensorialmente ma non solo, in cui ogni elemento è pensato per ritornare idealmente alle origini del tempo, dove tutto era puro e semplice. Credo che oggi la parola lusso potrebbe tranquillamente trasfigurare i propri tratti connotativi. Vivere in una lussuosa sfera oggi significa riuscire ad amare ed essere amati in maniera vera, piena e completa, significa essere immersi nella semplicità facendo diventare un filo d’erba che ondeggia sotto l’effetto del vento il centro della nostra attenzione, significa riappropriasi delle verità della vita, significa vivere la bellezza nel quotidiano ed attraverso la sua impalpabile fisicità crescere e far crescere, significa ri-pensare, significa sognare, significa ricominciare ad amare senza aspettarsi niente, significa dare senza ricevere. Significa costruire senza distruggere, significa creare, con forte senso etico, processi realmente sostenibili che possano, a loro volta, divenire generatori di sana bellezza.Questa è la mia visione del lusso, non fatta di ridondanza ed opulenza, ma di cose essenziali, di etici gesti contenutistici, di spazi vuoti costellati solo dagli elementi basilari. Voglio costruire nuova storie connesse al mondo della meraviglia, libere dai vincoli tradizionali, mirate a semplificare e valorizzare la vita dell’uomo nello spazio in cui tutto sia privo dell’inessenziale non desiderato”. La casa di Cesar, di Roberta e di Simone sembra rappresentare la materializzazione di queste profonde parole. E’ una dimora definita attraverso l’uso di materiali al 90% eco compatibili ed è un vero e proprio ritratto iper realista legato alla dimensione del “lusso etico” che Simone Micheli sta ricercando con il suo quotidiano fare architettonico. Si tratta di un intervento dinamico, di estrema freschezza e vivacità all’interno di un’antica tessitura ottocentesca che ha trasformato questi spazi, carichi delle memorie del luogo, in un ambiente nuovo, atto ad ospitare frammenti significanti connessi alla vita metropolitana, veloce, rapida, in continuo fluire. Così, in una disgregazione sintattica dei canoni distributivi residenziali, il grande spazio a tutt’altezza, diviso da un arcone in mattoni e ritmato dalla scansione delle travi del soffitto e delle grandi aperture sul giardino antistante, ospita, in successione, gli episodi del vivere quotidiano mentre un cuneo, un elemento volumetrico diagonale, di altezza ridotta, accoglie al suo interno i servizi e la cucina. Al di sopra di questa scheggia, raggiungibile attraverso la scala posta a chiusura dell’intero discorso narrativo, si trova uno spazio dedicato al gioco dei bambini. Una ragnatela, una trama di fili, a metà tra un immaginifico acchiappasogni indiano e un microcosmo apparso in visione a Tomas Saraceno, mette in sicurezza l’intero piano e crea una informale, preziosa cornice che corona elegantemente e con leggerezza il corpo dei servizi. L’asse longitudinale, innescato dallo sviluppo volumetrico del soggiorno, trova poi un contrappunto, un transetto minore, in corrispondenza della cucina, nivea scultura scandita esclusivamente dalla partizione delle ante, ricavata a nicchia nel corpo aggiunto, che dilata lo spazio anche nella dimensione perpendicolare alle finestre. Lungo questa dilatazione trasversale trovano posto i tavoli in vetro per il pranzo ed il lavoro, ed uno schermo che, scendendo dal soffitto, può separare visivamente la cucina dal resto dell’ambiente. Informale, sospeso tra il minimalismo ed il radical chic, assolutamente antiborghese, lo spazio cristallino, candido ed immacolato viene lacerato da squillanti, vivacissimi squarci di colore. La libreria, una sottolineatura verde acido, gli arredi in specchio e i divani, morbide nuvole rosa, così come la parete di fondo, animano l’intera narrazione architettonica. La percezione che si ha è quella di uno spazio estremamente anticonvenzionale, visionario, in cui bollicine di colore, galleggiando in un candido mare immacolato, generano emozioni legate all’innocenza infantile, alla leggerezza, alla gioia. Le pareti originali del manufatto ottocentesco sono state stonacate e decapate, in filologico contrasto con le pareti, perfettamente lisce, di nuova realizzazione. Il pavimento, in piastrelle in gres porcellanato di grande formato, sono di un bianco assoluto, luminosissimo così come le pareti, i surreali pouf sferici in ecopelle e le laccature della cucina, delle superfici laterali degli arredi in specchio e delle basi di appoggio degli imbottiti. L’illuminazione, realizzata con faretti orientabili incassati nel controsoffitto e lampade con ottica molto stretta, sottolinea teatralmente ed esalta gli episodi lirici, volumetrici e cromatici, della composizione. Le camere da letto ed un secondo bagno sono ricavate da una partizione trasversale del volume originario. Come il resto della residenza, anche le camere da letto sono caratterizzate da un estremo candore e dall’essenzialità dei gesti architettonici. Pochi arredi, trattati come elementi unici e totemici, caratterizzano i diversi spazi. La camera da letto matrimoniale, fluttua in un’atmosfera sospesa tra il sogno e la realtà. Un grande specchio rotondo retroilluminato con luce blu sorvola galleggiando come un ufo il letto, il cui materasso poggia su un tappeto volante, piegato a formare anche la testata del letto, costituito da una struttura rivestita in pelle. L’armadio a tutta parete, completamente laccato bianco e punteggiato con delicatezza dalle essenziali maniglie cromate, fa da sfondo agli altri episodi caratterizzanti l’onirico e rassicurante ambiente: il grande specchio, appoggiato alla parete e contenente un monitor TV, e i vasi, morbidi sassi di fiume, in ceramica, alloggiati su un basso ripiano ellittico in legno. Se la camera di Roberta e Simone è armoniosa e delicata, la camera di Cesar è invece gioiosa e frizzante. Un serpentone giallo, una deformazione del canonico elemento letto, si snoda su due lati della stanza e diventa base di appoggio per i giochi, i libri e per il materasso. Bollicine di gialla gazzosa salgono dal letto e colorano gioiosamente la parete opposta a quella occupata interamente dall’armadio a parete. Una scrivania e delle mensole, sempre laccate color giallo e dalle geometrie arrotondate, completano, con il pouf cilindrico in ecopelle bianca, i tappeti circolari neri e lo specchio rotondo retroilluminato con luce blu, il vivace spazio, a misura di bambino, ideale per giocare, per studiare, per vivere in una dimensione immaginifica e fortemente stimolante. I due bagni sono trattati con estrema semplicità e pulizia formale, con pochi, essenziali elementi caratterizzati dalle forme morbide e dalle candide finiture. Mario Praz, nella sua Filosofia dell’arredamento, sostiene che “come molti mobili sono calchi del corpo umano, forme vuote per accoglierlo, così tutto l’ambiente finisce col diventare un calco dell’anima, l’involucro senza il quale l’anima si sentirebbe come una chiocciola priva della sua conchiglia”. Così questa casa risulta il calco di un’anima vivace, dinamica, metropolitana, che sogna il futuro. Un calco assolutamente contemporaneo, intrigante, imprevedibile, inconfondibilmente firmato dall’architetto Simone Micheli.



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