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PROGETTI >> REALIZZATI

RESTAURO CATTEDRALE

RESTAURO CATTEDRALE

PROGETTISTA: ALDO ANTONIO BRUNO

  • Anno: : 2012
  • Categoria: : Altro
  • Visto: 1381 VOLTE
DESCRIZIONE: La Chiesa Cattedrale di Acerno, dedicata a San Donato, Vescovo e Martire,fu elevata alla dignità di Cattedrale da papa Leone I° nell'anno 444.Situata...
La Chiesa Cattedrale di Acerno, dedicata a San Donato, Vescovo e Martire,fu elevata alla dignità di Cattedrale da papa Leone I° nell'anno 444.Situata a nord della città, fuori l'abitato, nel corso dei secoli è stata più volte ricostruita e restaurata. Quella attuale risale alla seconda metà del 1500, quando a causa delle precarie condizioni, più di una volta evidenziate nei documenti consultati ed in relazione soprattutto alla particolare esposizione alle intemperie, ne fu decretato il rifacimento.Essa nelle sue strutture fondamentali presenta ,infatti, un impianto ancora quattrocentesco. Basti prendere in considerazione gli elementi plastici e strutturali della facciata principale, come la configurazione dei portali d'ingresso ed in generale la massa poderosa delle membrature che col loro sviluppo e movimento suggeriscono un senso di lineare maestosità cui è informata tutta la concezione dello spazio. A quanto ci è dato di sapere, è stato nel 1860 che ha subito gli interventi a tutt'oggi più consistenti e significativi in senso barocco, che ne hanno modificato in parte l'aspetto strutturalmente quattrocentesco. Di tali interventi abbiamo testimonianza di varia natura, rintracciabili nella sua stessa struttura architettonica. Va detto, infine,che, danneggiata in conseguenza dell'evento sismico dell'80, è andata in parte ulteriormente compromessa da un incendio. La pianta, a croce latina commissa, è a tre navate: ai lati della navata centrale sono disposte quelle laterali, definite da una doppia fila di tre pilastri quadrati sui quali poggiano archi a tutto sesto.I pilastri hanno parastre poco pronunciate sormontate da capitelli compositi.Le navate laterali presentano coperture con volte a vela ribassate, intervallate da archi a tutto sesto in corrispondenza dei pilastri che delimitano le navate. Tre sono gli ingressi che immettono nelle tre navate; quello corrispondente alla navata centrale è il più grande. Dietro l'ingresso principale e sopra di esso, era situato il soppalco ligneo con organo e relativa scala di accesso pure in legno, strutture andate distrutte in seguito agli ultimi eventi calamitosi. Anticamente la chiesa era anche luogo di sepoltura; infatti, il pavimento delle tre navate è stato utilizzato per tale fine per l'intera altezza delle fondazioni, ad eccezione della navata laterale sinistra che ospita un ipogeo per la sepoltura dei bambini, come è risultato dai sondaggi fatti. La navata centrale è illuminata da tre finestre strombate che si aprono nella facciata e da altre otto laterali, poste in alto e superiormente alle arcate centrali, utilizzando la diversa altezza tra la navata centrale e le due laterali più basse. Essa, poi, presentava una copertura a volta a botte, ottenuta su incannucciata, andata distrutta unitamente al tetto sovrastante. Originariamente aveva una copertura piana praticabile nel sottotetto con probabile cassettone sottostante.Le pareti sono decorate con stucchi, andati quasi perduti. Il pavimento in cotto con un riquadro perimetrale di maioliche decorate, è pur esso andato perduto.Le navate laterali sono illuminate da una sola finestra strombata posta in facciata e sono coperte da volte a vela ribassate e decorate con stucchi pregevoli. Sulle pareti laterali sono disegnate delle nicchie ad arco in corrispondenza di quellecentrali e presentano una decorazione in stucco a forme geometriche.Perpendicolarmente alle navate è situato il transetto che si allunga per l'intera larghezza della chiesa. Nell'intersezione della navata centrale con esso insiste una cupola emisferica intradossata, sorretta da quattro archi a tutto sesto, impostati su quattro robusti pilastri con parastre; uno dei detti archi è quello trionfale. Sul pilastro destro di quest'ultimo è stato addossato un piccolo ambone ligneo, con modesta scala in legno di fattura recente che si è presentato danneggiato in modo gravissimo e con molte parti mancanti da non potersi recuperare. Le pareti laterali del transetto sono, quindi, coperte da volte a botte decorate con stucchi, intersecate da voltine in corrispondenza delle quattro finestre strombate poste in alto in direzione Est-Ovest; una di queste è cieca, posta com'è sulla parete in comune con gli ambienti della sacrestia. Il transetto è ,poi, illuminato da altre finestre strombate, collocate in alto sulle altre due pareti.Sulle pareti laterali del transetto sono, quindi, situati due altari minori e, mentre sul fondo, da un lato, in corrispondenza delle navate laterali, ve ne è un terzo, dall'altro è posto l'accesso all'attigua sacrestia. La navata centrale termina nell'abside col presbiterio, con l'altare maggiore sul fondo due cori lignei, di cui uno è andato completamente distrutto, e la cattedra episcopale in marmo, a ridosso di in un pilastro nel quale, anzi , in parte si addentra.Una balaustra di marmo, realizzata nel dopoguerra, separa il presbiterio dal transetto, ed anche questa struttura è andata quasi completamente perduta. Tale spazio è poi coperto con una volta a vela ribassata e decorata con stucchi e affreschi, ed impostata sui muri perimetrali con archi a tutto sesto. Questo invaso è illuminato da un rosone centrale con vetri colorati, posto in alto sulla parete di fondo, e da una finestra strombata sulla parete laterale Nord, in simmetria con l'altra cieca, dalla parte della sacrestia. L'altare maggiore, realizzato con marmi finissimi non è addossato alla parete di fondo, nella quale, a debita distanza, è ricavata una nicchia semicircolare, dove era posta una antica statuetta di legno dorato, raffigurante il Santo Patrono. Dalla navata laterale destra si accede alla attigua sacrestia, costituita da due ambienti comunicanti per mezzo di un vano arcuato, coperti da volta a botte, finemente decorate con stucchi che ornano anche le pareti laterali. Essa è illuminata da due finestre, di cui una strombata. Di recente è stata aperta una porta di accesso ottenuta sulla parete sud che immette nel primo ambiente che si incontra entrando; questa si trova al di sotto della finestra che, pertanto, ne risulta modificata nella strombatura e ridotta rispetto alla sua forma originaria. Quanto agli stucchi, di epoca barocca, va detto che, andati quasi perduti nella navata centrale unitamente alla volta a botte a incannucciata, si conservano ancora quasi integri nella loro straordinaria bellezza soprattutto nella sacrestia. Per quanto riguarda le opere di pittura parietale ci limitiamo a ricordare gli affreschi del coro, risalenti al '700 ed attribuiti al pittore Pallante, i quali risentono degli stilemi del tempo, anche se erano evidenti interventi successivi. Altri affreschi sono posti, uno, sulla porta di ingresso alla sacrestia ed, un altro, su di un altare laterale del transetto simmetrico al precedente, entrambi sotto forma di frammenti. Dalla sacrestia si accede, poi, in un piccolo vano di disimpegno da cui originariamente partiva una scala che conduceva al livello superiore della sacrestia, costituito anch'esso da due ambienti.Secondo una precedente e originaria sistemazione, in corrispondenza di questa scala si apriva una porta che conduceva all'esterno come ingresso esterno che si presentava al rilievo murato unitamente alla scala. Quest'ultima , in base alle modifiche apportate di recente, era stata murata e inglobata per metà altezza nel muro del campanile attiguo per rendere indipendenti i vani sovrastanti della sacrestia.Un solaio di modeste dimensioni era stato infatti, costruito sulla parte di scala murata, alla stessa quota del calpestio esterno all'ingresso del campanile in modo da creare un corridoio che, tra la parete della sacrestia e del campanile, conduceva direttamente all'esterno. Dal citato disimpegno della sacrestia si accede anche al seminterrato del campanile, al quale comunque, si accede dall'esterno, sulla parete sud. Dai rilevamenti fatti è risultato ,poi, che ai due vani del livello sovrastante la sacrestia se ne aggiunge un altro, ricavato utilizzando impropriamente il vano della torre campanaria.Sempre di recente è stato costruito anche un camino a legna, così da trasformare completamente l'aspetto originario degli invasi. Superiormente a questo livello era in origine il sottotetto che si è presentato diviso in altri due livelli, ottenuti costruendo un solaio con travi in ferro e tavelloni con controsoffittatura in legno. Si è così resa abitabile la parte sottostante.In questo modo risulta ridotta l'altezza originaria del sottotetto così che le due finestre rettangolari, in origine ovali e una di esse diversamente posizionata, illuminavano ora soltanto il livello sottostante. Da quest'ultimo livello,(originariamente calpestio del sottotetto) è possibile accedere nel campanile ed ai due sottotetti attigui, quello del transetto e quello dell'abside, attraverso un piccolo passaggio nella muratura, posizionato in alto rispetto al calpestio del pavimento. Su questi ultimi sono visibili gli estradossi della cupola centrale emisferica e della volta a vela ribassata dell'abside. La copertura del transetto, in travi di legno di piccola e grossa orditura, su cui erano sistemate tegole alla romana e canali, è risultata essere stata oggetto di continui lavori di riparazione, ed in stato di vetustà. Le coperture, invece, dell'abside e della navata centrale sono andate completamente distrutte, la seconda, comunque, doveva presentarsi già prima dell'incendio di cui si è detto, seriamente danneggiata, della prima, invece, erano visibili solo i resti delle travi incastrate nelle murature, giacchè tagliate al fine di liberare il calpestio della volta dai pesi delle macerie. Quest'ultimo si è presentato bitumato con un manto di asfalto e per il deflusso delle acque piovane erano stati praticati dei fori nelle pareti esterne nei quali, poi, erano stati conficcati dei piccoli tubi in ferro che fungevano da doccioni. Altri piccoli vani aperti nelle murature rendevano accessibili tutti e tre i sottotetti e disposti secondo l'asse centrale della Chiesa. I sottotetti delle navate laterali non sono praticabili ed essi sono areati soltanto da piccoli fori ovali praticati nella facciata principale.Il campanile, a pianta quadrangolare, si sviluppa per una altezza complessiva di m. 35. Esso è composto da un impalcato seminterrato, da quattro fuori terra e da un tamburo su cui si imposta un bulbo terminale a forma di pera con croce in ferro, andato perduto. Il terzo e quarto impalcato fuori terra, presentano su ogni facciata un'arcata a tutto sesto. Gli impalcati sono disegnati all'esterno per mezzo di cornici marcapiano in pietra. I primi due impalcati fuori terra presentano volte a botte a sostegno del piano di calpestio. Degli altri due ,sovrastanti ad essi uno era in calcestruzzo e l'altro in travi di legno con tavolato. Nell'ultima arcata, che dà sulla via S. Donato, è stata sistemata una piccola campana, mentre la grande che giaceva sull'impalcato , caduta a causa del sisma, è stata sistemata al centro del campanile. Nelle volte degli impalcati sono visibili i fori dai quali passavano le funi che permettevano di suonare le campane dai piani inferiori. Blocchi di pietra molto evidenti sono a coronamento degli angoli e delle arcate della intera struttura con disegni abbastanza regolari. L'intonaco esterno è andato perduto quasi completamente.Tramite l' ingresso esterno, si accedeva ai primi due impalcati per mezzo di scale in legno situate al di sotto dei vani praticati nelle volte, negli angoli del campanile. Negli ultimi due, invece, si accedeva sempre mediante scale lignee che si sviluppavano lungo il perimetro interno della torre campanaria, scale che sono andate quasi distrutte. Le arcate degli ultimi impalcati poi di recente sono state in parte murate a parapetto per motivi di sicurezza, dal momento che esse sono impostate ad inizio del calpestio degli impalcati.L'altare maggiore era stato realizzato con marmi policromi sottili e pregevoli. Ai lati di esso erano sistemate due figure di angeli, dalla plastica sicura e rigorosa. Sottostante al piano della mensa si trovava il sarcofago del Santo inquadrato da due magnifiche colonne di marmo scanalate, che sorreggevano il piano della mensa stessa.Sull'altare, centralmente, era posta una edicoletta timpanata con nicchia semicircolaree colonnine con capitelli metallici di stile corinzio, dalla pregevolissima fattura. Nonostante l'incendio, di cui sopra, è stato possibile cogliere tutta la straordinaria bellezza originaria fino al momento di iniziare i lavori perché è stato allora che si è registrata un'opera di spoliazione dell'abside unitamente a buona parte delle figure degli angeli. Di recente, in corrispondenza dell'attuale ingresso in sacrestia, era stato costruito un corpo di fabbrica addossato alla Chiesa per dar luogo ad un passaggio coperto comunicante con l'attiguo Episcopio. Così si era venuto ad impedire il passaggio interno alla Chiesa unitamente alla visuale della torre campanaria dal versante della strada di via S. Donato. Inoltre, sempre su questo lato della Chiesa, era stato ampliato il lotto su cui insiste l'Episcopio, sotterrando l'originario passaggio laterale alla Chiesa, fino ad addossarsi ad essa. Il prospetto della Chiesa risultava, così, essere modificato nella sua altezza originaria. Caratteri del restauro e metodi di consolidamento Gli interventi di restauro architettonico, di consolidamento e parziale ricostruzione della Cattedrale di Acerno, interessano principalmente la navata centrale, quelle laterali, abside e le coperture; interventi intesi come miglioramento e non di adeguamento antisismico. Sono queste strutture, infatti, ad aver subito i danni più rilevanti a seguito del sisma del 23.11.'80 e quello del 14 febbraio dell'anno seguente e dell' incendio che in prosieguo di tempo, ha distrutto completamente le coperture della navata centrale ed il soppalco ligneo, situato dietro ed in alto, all'ingresso principale. Altro crollo, infine, è stato rilevato nella copertura dell'abside, il cui tetto è stato poi completamente demolito per liberare la volta che copre l'invaso sottostante, dalle macerie che insistevano su di essa. Per le altre parti si è trattato di adottare interventi di consolidamento alle strutture di piccole ricostruzioni e di ripresa degli elementi danneggiati. È stato ristabilito, pertanto, l'antico senso della spazialità ripristinando funzionalità ed architettura che risultano essere state trasformate di recente. Così, ancora, sono da rifare tutte le coperture che hanno un manto superficiale analogo a quello originario. LA NAVATA CENTRALE Il primo intervento che si è rende necessario per la navata centrale, è quello relativo alle fondazioni che sono state consolidate con travi in c.a. di collegamento dei pilastri e delle pareti per ottenere un nuovo solaio con pavimento in cotto dal disegno originario dato da un tappeto centrale di mattonelle maiolicate recuperate. Questo dopo aver proceduto a rimuovere con cura le sepolture esistenti al di sotto del pavimento. Poi si è intervenuto sui pilastri con quattro perforazioni armate con barre ø 30 iniettate in verticale ed ancorate superiormente ad un cordolo in calcestruzzo. Si è passati, quindi, al rifacimento delle coperture con travi di ferro ancorate ad un cordolo perimetrale posto sulle murature, per sorreggere il cassettone ligneo ( come in origine ) ed il passaggio centrale di sottotetto che consentiva di raggiungere la finestra della facciata principale. Quanto al soppalco per l'organo, posto dietro e al di sopra dell'ingresso principale, questo è stato realizzato con strutture in ferro e legno, relativamente alla balaustra, a differenza del progetto che prevedeva riquadri in legno di rovere, sempre in riferimento alla balaustra di affaccio nella navata, e rivestimenti delle strutture portanti che avrebbero riproposto con più forza l'antica colorazione del soppalco originario. C'è da precisare che per lo sviluppo della scala è stato tenuto in debito conto quello originario che si può leggere dai resti delle pedate così come si sono presentate nelle murature. A questa struttura si è cercato di dare un carattere di semplicità così da non contrastare troppo vistosamente con gli altri elementi architettonici della chiesa, nell'ambito della quale figura, comunque, come corpo a se stante secondo un sistema di coordinato effetto volumetrico in similitudine con il precedente. Esso è stato, infatti, riproposto non solo per le ragioni di una vera e propria ripristinabile funzionalità, ma ancora come elemento che, situato all'ingresso della Cattedrale, svolgesse l'importante ruolo prospettico di filtro, di mediazione tra lo spazio esterno e quello interno venendo allo stesso tempo, come già detto, a giustapporsi figurativamente agli altri elementi prospettici della navata centrale.Altro elemento importante di consolidamento è stato quello della chiodatura delle murature longitudinali con la facciata principale che si erano distaccate. Questo consolidamento è stato realizzato con chiodature angolari e catene che corrono nella facciata principale. Quanto agli infissi essi sono stati realizzati in legno di castagno , tenendo in debito conto la tipologia originaria che il sistema elettrico di apertura e chiusura non modificherà. La porta centrale in legno di castagno non è stata rifatta come da progetto; infatti inizialmente si era previsto un rivestimento esterno costituito da lastre di bronzo e solo successivamente completata con formelle scolpite dello stesso metallo mentre l'interno doveva avere un rivestimento con doghe di legno in senso verticale, come in origine.Come pure non sono stati ripristinati i cancelletti bassi in ferro battuto agli ingressi. Per quanto riguarda poi l'operazione stucchi, questi sono stati ripresi e rifatti fino alla cornice marcapiano che aggetta nella navata. A questo proposito c'è da dire che sulle pareti laterali, sovrastanti le arcate, sono ancora presenti degli stucchi della incannucciata che non dovevano persistere. Tutt'intorno, sui muri perimetrali, è stato realizzato un cordolo di calcestruzzo armato in cui sono state ancorate le travi in ferro e, superiormente, le piastre delle capriate, in ferro della copertura che hanno un solaio a due falde realizzato con lamiera , rete e calcestruzzo sul quale sono stati sistemati coppi e controcoppi con interposto un manto di isolamento ardesiato. Quanto alla sistemazione del cassettone di copertura,sorretto da tiranti ancorati nelle travi in ferro e non ai tiranti delle capriate,questo corpo è stato concepito in modo da consentire un' adeguata areazione ottenuta per mezzo di un apposito tavolato ligneo intervallato sul piano del solaio soprastante che , come detto, è percorribile solo longitudinalmente, al centro. A tal proposito il sottoscritto ha dovuto constatare che il cassettone è stato realizzato in modo inadeguato perchè esso non è simmetrico nei sei riquadri trasversali, come previsto dal progetto.C' è ancora da dire che il sottoscritto non condivide la soluzione adottata per le porte e ormai realizzate diversamente da quanto previsto nel progetto originario. Tutto questo è comunque, avvenuto all'indomani che il Provveditorato alle OO. PP. della Campania, che ne ha l'alta sorveglianza,aveva provveduto alla consegna della Cattedrale al culto dei fedeli avendo provveduto in proprio alla direzione dei lavori di tutti i lotti con esclusione del primo che è stato affidato al sottoscritto. LE NAVATE LATERALI Anche a proposito delle navate laterali, nella esposizione ordinata dei vari interventi, secondo un ordine non temporale rispetto alla situazione reale dei lavori, partiamo dall'alto. Le voltine dissestate sono state consolidate con cordoli in calcestruzzo, chiodature e massetto in betoncino con maglia ø12 15x15, secondo il loro andamento.I cordoli sono stati realizzati sui muri perimetrali e sugli archi trasversali che separano tali voltine. Essendosi riscontrato sotto il pavimento della navata laterale sinistra la presenza di una cripta a pianta rettangolare con copertura voltata, è stato realizzato un consolidamento mediante perforazioni armate sulla parete Nord addossata alla struttura perimetrale con successivo collegamento, tra i due pilastri attigui a tale struttura ipogea e le paretine chiodate del muro perimetrale dell'edificio mediante travi in c.a. a spessore, poste al di sopra della volta. A livello di pavimento è stata,poi, conservata la botola di accesso all'ipogeo ed in esso sono stati sistemati, dopo accurata pulizia, i resti ossei rinvenuti. Gli interventi in fondazione sono stati realizzati in analogia con quelli della navata centrale. Negli archi a tutto sesto, che dividono e sorreggono le voltine, sono state realizzate perforazioni armate ad U ,a raggiera, ed ancorate al cordolo posto superiormente.Sono stati verificati e ripresi gli stucchi sottostanti per quanto è stato possibile.Laddove il danno sismico è stato tale da rendere impossibile tale operazione si è dovuto ricorrere al rifacimento dal disegno originale. Sono state restaurate le due porte lignee di accesso alle navate laterali, mentre, solo dopo la consegna delle opere da parte del P.OO.PP., gli esterni sono stati rivestiti allo stesso modo della porta dell'ingresso principale, con lastre di bronzo.Sono stati ripresi ed integrati gli intonaci a motivo geometrico e realizzate le pavimentazioni in continuità ed analogia con quella della navata centrale. Quanto alla ricostruzione degli infissi scorrevoli in legno di castagno sono state adottate le stesse misure di intervento nel rispetto del disegno originario. È stato effettuato, quindi, il completamento della originaria pavimentazione nelle parti sprovviste con cotto artigianale. IL TRANSETTO Nel transetto, nel procedere dall'alto verso il basso, si è consolidata la cupola centrale. Tale consolidamento è stato ottenuto, nella parte estradossata, mediante chiodatura e tondini di ferro ø 12, disposti a maglia 15x15, con massetto in betoncino. Gli stucchi sottostanti sono stati ancorati con fibre di rame sull'estradosso armato. Sono stati ,quindi ,demoliti i muri " triangolari " che delimitavano in senso longitudinale il transetto nel sottotetto, quelli, cioè, che si elevano al di sopra dell'arco trionfale e di quello opposto a questo, per alleggerire il peso sugli archi sottostanti. Alla base della cupola centrale, quindi, è stato, così, possibile collocare quattro travi in c.a. 0.60x1.50, montate in modo che le loro intersecazioni si sono disposte, rispettivamente, sulle nove perforazioni armate con barre ø 30, che a loro volta scendono nei quattro pilastri sottostanti raggiungendo le strutture di fondazione. E' proprio a queste travi sono stati, poi, ancorati gli archi che sostengono la cupola mediante dieci perforazioni armate, per arco, collegate in coppia in modo da fungere da tiranti. Quanto agli altri sottotetti va detto quanto segue. Le strutture di consolidamento sono state disposte secondo quanto previsto per la cupola centrale in riferimento al piano orizzontale praticabile. In particolare, quindi, lungo i muri perimetrali Est ed Ovest corrono travi a spessore in calcestruzzo 0.20x1.00 sulle quali hanno trovato ancoraggio le maglie di ferro del consolidamento. A ridosso dei muri Est ed Ovest poggiano quindi paretine armate verticali ancorate ai cordoli di chiusura delle murature senza, tuttavia, congiungersi totalmente con essi per la presenza della trave di capriata del tetto. Tali paretine sono state, quindi, ancorate alle murature mediante chiodatura. In definitiva questa superficie piana di copertura del transetto è risultata sorretta a mò di tiranti, a Nord dalla trave alla base della cupola, a Sud dal cordolo perimetrale e ad Est ed Ovest dai cordoli di chiusura posti sulle murature.Il tetto è stato ricostruito con capriate controventate in ferro sulle quali poggiano arcarecci e lamiere grecate, quindi un massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata guaina isolante e coppi e controcoppi del tipo artigianale. Sono stati ripresi gli stucchi ed i relativi restauri sono stati effettuati nel rispetto degli elementi figurativi così come è stato fatto per gli altari minori. L'ABSIDE Nell'abside sono stati realizzati innanzitutto i consolidamenti delle murature mediante iniezioni di cemento e perforazioni armate incrociate ,poi si è provveduto al restauro ed al ripristino degli stucchi. In particolare si è dovuto, anche qui, procedere come per la facciata principale con chiodature nelle murature angolari. Nel sottotetto la volta dell'abside è stata consolidata mediante il sistema a maglia di tondini in ferro e chiodature in analogia con quanto è stato detto per la cupola centrale.In questo modo si sono disposti, poi, gli elementi costruttivi perimetrali. Un cordolo corre lungo i lati Nord, Sud ed Ovest collegandosi con la trave armata posta alla base della cupola centrale, ad Est, che chiude il perimetro. Esso porta sui lati a Nord e Sud una paretina verticale che si collega al cordolo di chiusura della muratura terminale del monumento sul quale poggiano le capriate del tetto. Il tetto di copertura è in analogia con i precedenti. Sono stati, poi, adeguatamente restaurati gli affreschi; per la finestra, che dà a Nord, è stato previsto lo stesso tipo di intervento che per le altre della navata centrale. Quanto all'altare maggiore, fu predisposto il progetto di restauro non ancora realizzato ed ora l'altare è nascosto da uno schermo verticale provvisorio. Infine c'è da dire che alle fondamenta dell'edificio, in corrispondenza del campanile e dell'abside, è stato realizzato un cavedio per l'areazione così da risolvere il problema dell'umidità che gli spazi interni presentavano. L'ultimo tratto, che doveva essere inclinato e seguire l'andamento della scala, è stato, invece, realizzato orizzontale modificando così il disegno originario del prospetto. AMBIENTI ATTIGUI E SACRESTIA Per prima cosa si è provveduto al consolidamento delle volte che coprono i due vani della sacrestia, sulle quali è stato realizzato un massetto con rete elettrosaldata, ancorata con cordoli nella muratura perimetrale. Si è provveduto, poi, a rendere più salde le strutture armate ancorandole, a loro volta, mediante armature in ferro, al solaio soprastante ed alleggerendone il peso mediante il riempimento dell'intercapedine, tra le volte estradossate ed il piano del massetto,con argilla espansa. Nel tenere conto della situazione originaria che, secondo questa progettazione, è stata ripristinata nelle sue precedenti funzionalità, che vengono ad armonizzarsi architettonicamente con tutto l'insieme, liberato dalle superfetazioni che ne avevano compromesso la valenza storica ed estetica, è stato senz'altro ripristinato l'ingresso come era una volta, con la scala che conduce al livello superiore unitamente alla finestra del primo ambiente della sacrestia. In tal senso è stato chiuso l'ingresso ad essa sottostante, aperto di recente, provvedendo,nel contempo, al restauro degli stucchi, di pregevole fattura. Il livello del sottotetto che insiste sulla sacrestia è stato, quindi, ristrutturato nel rispetto della situazione originaria ,pur mancante di controsoffittatura in travi di legno,allo stesso modo il vano del campanile, utilizzato impropriamente come vano abitativo del secondo livello, è stato restituito quale parte integrante della torre campanaria. Da questo livello si accede al livello superiore con una scala circolare. IL CAMPANILE I lavori di restauro di questa importante struttura architettonica, realizzati solo parzialmente, hanno interessato i consolidamenti delle murature e la demolizione delle superfetazioni presenti all'interno di esso, come solai in calcestruzzo e scale inadeguate in muratura e calcestruzzo. Si sono adeguatamente consolidate le volte dei primi due impalcati e ricostruiti i solai in ferro e lamiere e le scale di quelli superiori ed, infine, sono state sistemate le campane. C' è da dire che da poco tempo ,solo dopo la consegna delle opere da parte del P.OO.PP, si è potuto constatare che diversamente da quanto previsto nel progetto originario, l bulbo terminale del campanile si presenta ricoperto con guscio metallico in rame. GLI ESTERNI Sempre secondo l'ideale di un ripristino della antica spazialità è stato demolito il corpo di fabbrica addossato alla parete Sud della sacrestia, ripristinando in tal modo anche l'originario passaggio laterale. Si è provveduto,quindi, a sistemare adeguatamente il terreno circostante con pavimentazioni in pietrame. A questo riguardo c'è da precisare che anche in questo ambito sono diverse le modifiche apportate e che solo il primo lotto dei lavori è stato diretto dal progettista, i successivi essendo stati diretti da tecnici del Provveditorato OO. PP. per la Campania che ne aveva l'alta sorveglianza, come detto in precedenza. Non sono state realizzate le diverse scale e rampe che avrebbero reso più agevole la circolazione pedonale nell'area e ancora diversa è stata la sistemazione dell'area antistante la torre campanaria e, soprattutto, non è stata realizzata la scala che dall'ingresso della sacrestia avrebbe dato accesso al piano di ingresso del campanile.Anche i cancelli di chiusura dell'area, posti ai lati della chiesa, nel prospetto principale sulla via S. Donato, non sono stati realizzati, e questi erano stati concepiti come elementi distaccati completamente dalle murature della chiesa evitando di creare occasioni di manomissione alle strutture murarie.



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